Durante il lockdown boom del gioco illegale: “Il vero argine è quello lecito”

Casinò illegale.

ROMA. – Un mondo da 150 mila lavoratori, 300 concessionari, 3.200 imprese e 80 mila punti vendita. Un settore troppo spesso “identificato con la sua versione patologica” sottacendo, al contrario, il suo valore “sociale ed economico”, regolamentato e controllato dallo Stato. Per questo il gioco legale rappresenta il vero argine a quello illegale che, durante il lockdown ha registrato un vero boom raddoppiando il suo giro d’affari.

Questa la sintesi del rapporto realizzato da Lottomatica e Censis sullo stato del gioco legale in Italia. Una filiera che durante il picco dell’emergenza pandemica ha lasciato per strada 22,2 miliardi di euro, di cui 4,1 destinati all’Erario, e che nel 2021 rischia di accentuare una crisi in corso da anni.

Il documento, presentato in Senato alla presenza del sottosegretario all’Economia Federico Freni, del procuratore antimagfia Federico Cafiero De Raho e del direttore dell’Agenzia delle Dogane e Monopoli Marcello Minenna, spiega che “le prolungate chiusure del periodo pandemico, che hanno duramente colpito l’economia del gioco legale, ne hanno quasi paradossalmente evidenziato il valore sociale”.

“Ecco perché – si legge nella sintesi – è tempo di valutare con attenzione estrema ruolo e funzione reale del sistema del gioco legale, che è ben altro dalle rappresentazioni semplicistiche e demonizzanti che sono alla base di un’autolesionistica cultura proibizionista”.

“Bisogna uscire dall’equivoco che il gioco legale sia un problema – le parole del sottosegretario Freni -. Il gioco illegale è un problema. Ci impegneremo a migliorare la qualità della regolazione”.

A confermare il valore sociale del gioco legale sono gli stessi italiani. Per l’83,6% di loro, infatti, è lo Stato che deve regolare e gestire il gioco legale a tutela del consumatore e della collettività. E per il 66,8% il gioco legale, regolato e gestito dallo Stato, è il vero argine contro il gioco illegale gestito dalla criminalità. L’81,7% è poi convinto che sia compito dello Stato sensibilizzare e informare sui rischi di dipendenza dal gioco, lasciando però alla libera scelta individuale la decisione se giocare o meno.

Il proibizionismo, è il parere quasi unanime, “è una scelta inefficace ed autolesionista” che si tradurrebbe in un’esplosione dei canali illegali. Come è avvenuto, per esempio, durante il lockdown, quando il giro d’affari della criminalità è raddoppiato passando dai 12 miliardi stimati nel 2019 ai 18 del 2020. Un incremento che, stando a quanto rivelato dal rapporto, continuerà anche nel 2021, quando la “raccolta” del gioco illegale supererà la soglia dei 20 miliardi di euro.

“Lo Stato – ha detto il presidente del Censis, Giuseppe De Rita – non deve comprimere il gioco legale, dando cosi spazio all’illegale, ma gestirlo”. Il rapporto non manca anche di sottolineare la mancanza di strumenti adatti ad affrontare il problema della ludopatia. “Prioritaria – si legge – è l’attivazione di un sistema di prevenzione e riabilitazione molto personalizzato, che consenta di individuare precocemente i rischi e attivare tempestivamente soluzioni modulate sul singolo caso”.

(di Domenico Palesse/ANSA)

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