“Help” scritto sul viso, i bimbi al confine bielorusso

Famiglie di migranti nella frontiera polacco-bielorussa.
Famiglie di migranti nella frontiera polacco-bielorussa. EPA/LEONID SCHEGLOV/ BelTA

ROMA.  – Una scritta sulla fronte per mostrare al mondo tutta la loro disperazione e chiedere “aiuto” perché fa “freddo” e lì è un “inferno”. Così un gruppo di bambini bloccati con le famiglie al confine tra la Bielorussia e la Polonia compare in uno scatto che li ritrae insieme, mentre guardano verso l’obiettivo con gli occhi tristi e rassegnati e sulla fronte le scritte “Help”, “cold”,”hell”.

La foto che li ritrae insieme, una decina di bambini e bambine, è stata rilanciata su twitter dal portale bielorusso Nexta. I più grandi arrivano al massimo a 10 anni, i più piccoli ne avranno quattro. Indossano vestiti colorati, cappelli di lana con il pon pon, ma i volti sono seri e gli sguardi già da adulti. E a colpire, in quel post con la loro foto, non sono solo loro, con la loro sofferenza, ma anche i commenti che scorrono sotto allo scatto.

Attacchi durissimi, sprezzanti e venati di razzismo nei confronti dei genitori che “usano i loro figli, troppo piccoli per poter scrivere”. Un comportamento definito “comune nella comunità Rom”. Mentre la cultura europea “protegge i bambini – si legge – purtroppo in Iraq vengono utilizzati come strumento di pressione”.

E ancora c’è chi si chiede se i bambini verranno tolti ai loro genitori che li hanno costretti a vagabondare in inverno, chi li invita a mandare la foto a Lukashenko e chi, sarcastico, sottolinea che avrebbero dovuto scrivere “ho dei genitori stupidi e avidi che hanno pagato un volo per arrivare in questo campo nella foresta”. E poi c’è addirittura chi fa ironia: “Ma è freddo o inferno?”

Nessuna empatia nei confronti di un’infanzia comunque negata, nessun dubbio sul fatto che forse era questo il messaggio che i genitori, con quelle scritte e quello scatto, volevano inviare al mondo.

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