Sindacati al governo: piano nazionale per l’acciaio

L'acciaieria dello stabilimento Ilva a Taranto.
L'acciaieria dello stabilimento Ilva a Taranto. (ANSA)

ROMA.  – Pressing dei sindacati sul governo per risolvere le crisi industriali dell’acciaio e ottenere un piano nazionale della siderurgia. Nel giorno dello sciopero generale di 8 ore, negli stabilimenti di Acciaierie d’Italia e di Jsw, circa 600 lavoratori sono arrivati da Taranto, Genova e Piombino in corteo davanti al ministero dello Sviluppo Economico per avere risposte. Ma non ne hanno avute molte. Né date, né piani industriali. A riceverli al Mise il viceministro Alessandra Todde e il coordinatore delle crisi Luca Annibaletti.

“La data per un tavolo non c’è”, dice uscendo dall’incontro Rocco Palombella, segretario generale Uilm e sul piano “non sanno cosa dirci”. A questo governo, spiega deluso davanti ai lavoratori che chiedevano una data, “dobbiamo dire, ci avete offeso, perché non sono stati neanche in grado di dare una data di incontro”.

Il tavolo sulla vertenza di Piombino dovrebbe essere convocato entro i primi di dicembre, comunque dopo il 30 novembre quando scade il periodo per completare la due diligence a firma di Invitalia e per quella data, secondo quanto si apprende, “si auspica il raggiungimento di un accordo”. Anche per il tavolo sulla ex-Ilva ancora non c’è una data, ma dovrebbe essere fissata a breve, forse entro domani mattina.

Complessivamente, dicono i sindacati, sono 60mila i lavoratori a rischio, tra diretti e indiretti. A Taranto ci sono 2300 lavoratori in cassa integrazione e 1600 lavoratori in amministrazione straordinaria.  “Questa manifestazione e questo sciopero è stato convocato proprio perché nessuno ci convoca”, dice Francesca Re David, segretaria generale della Fiom-Cgil, ed “è impensabile che si parli di Pnrr e non si parli di Ilva e Piombino”.

La sindacalista non può “credere che nessuno in questo paese stia discutendo dei contenuti del piano siderúrgico del paese”. Su ex-Ilva, aggiunge, “entro il mese di noviembre vogliamo conoscere il piano industriale”, altrimenti “siamo pronti a una mobilitazione che non si fermi”, perché “non è accettabile che si discuta con i lavoratori solo quando si arriva agli esuberi”.

A rincarare la dose Roberto Benaglia, segretario generale Fim-Cisl, che lamenta una mancata convocazione, “da quando lo stato e’ entrato in Acciaierie d’Italia” e avverte: “che non ci provino a concludere piani industriali senza il coinvolgimento preventivo dei sindacati” perché “a cose fatte si presenta solo un conto di ammortizzatori”.

Uno dei punti sollevati è quello delle mancanza delle materia prime e del paradosso sull’acciaio: “Il governo continua a dire che mancano le materie prime – avverte Palombella – noi le materie prima ce l’abbiamo, abbiamo tutto e abbiamo l’acciaio e non lo produciamo, dobbiamo aspettare che ce lo portino loro” e chiede: “questo governo quando si prenderà la responsabilità dei dare delle risposte?”. La palla passa al governo.

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