Produzione ok, ma industria non trova manodopera

Un operaio al lavoro in uno stabilimento di calzature.
Un operaio al lavoro in uno stabilimento di calzature. (Ansa)

ROMA.  –   La ripresa economica prosegue e nei prossimi mesi sarà colmato il gap che ci divide dal periodo pre crisi: è l’analisi dell’Istat che nella nota mensile sull’andamento dell’economia italiana fotografa una situazione in miglioramento con il Pil acquisito per il 2021 a +6,1%.

Ma non mancano criticità con la crescita delle imprese manifatturiere che lamentano come ostacolo alla produzione la scarsità di manodopera.

La produzione industriale è già tornata oltre i livelli pre crisi anche se a settembre l’indice destagionalizzato è aumentato leggermente, dello 0,1% rispetto ad agosto. Nel trimestre la produzione pur crescendo ha rallentato la corsa e ha segnato un +1% sul trimestre precedente. Su base tendenziale a settembre la produzione è cresciuta del 4,4% rispetto allo stesso mese del 2020 mentre se si guarda ai primi nove mesi del 2021 si registra un avanzamento del 14,6% sullo stesso periodo del 2020, anno che sconta però le chiusure e la crisi economía legata all’emergenza sanitaria da Covid 19.

Il livello destagionalizzato dell’indice di settembre comunque ha superato dell’1,5% il valore di febbraio 2020 così come era accaduto ad agosto.

Rispetto ad agosto c’è un aumento sostenuto per i beni di consumo (+3,3%) e una crescita più contenuta per l’energia (+1,3%) e i beni intermedi (+0,9%) mentre si riduce la produzione dei beni strumentali (-1,0%). Rispetto a settembre 2020 sii registrano incrementi tendenziali marcati per i beni intermedi (+7,1%), i beni strumentali (+4,9%) e quelli di consumo (+4,5%) mentre diminuisce, la produzione dell’energia (-4,2%).

Guardando all’economia nel complesso l’Istat segnala un miglioramento a settembre per il mercato del lavoro (+59mila occupati su agosto) e un tasso di disoccupazione che cala al 9,2% ma anche le difficoltà delle imprese manifatturiere a trovare la manodopera necessaria alla ripresa produttiva.

Nel terzo trimestre, infatti, il grado di utilizzo degli impianti è salito al 78,1%, al livello più alto dopo il quarto trimestre 2018, ma la quota idi imprese che ha inserito tra gli ostacoli alla produzione la scarsità di manodopera è salita al 5,3% dal 3,6% del secondo trimestre, al livello più alto almeno da 8 anni (dall’inizio delle serie storiche pubblicate dall’Istat).

Solo l’11,4% delle imprese ha dato come risposta sugli ostacoli alla produzione l’insufficienza della domanda, il dato più basso almeno dal 2013. Né sembra aiutare nell’incontro tra domanda e offerta di lavoro il sistema dei servizi per l’impiego che secondo il monitoraggio appena pubblicato dall’Anpal resta “sottodimensionato” con meno di 8mila addetti e un’età media di 55 anni.

Non è escluso comunque che la difficoltà a reperire manodopera sia in parte anche legata ai bassi salari e allo “spiazzamento” del reddito di cittadinanza oltre alla mancanza di formazione e alla riduzione della disponibilità a fare lavori faticosi.

I consumatori del Codacons segnalano un rallentamento della crescita della produzione industriale e sottolineano che la situazione potrebbe peggiorare nei prossimi mesi con l’allarme bollette e la crisi della materie prime che potrebbe da un lato far aumentare i costi di produzione e dall’altro far flettere i consumi delle famiglie alle prese con l’aumento dell’inflazion e la riduzione del reddito disponibile. I dati sulla produzione industriale sono insoddisfacenti anche per l’Unione nazionale dei consumatori che si aspettava un aumento maggiore.

(di Alessia Tagliacozzo/ANSA).

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