Borrell: “ L’Ue agirà anche da sola sulla difesa”

L'Alto rappresentante per la politica estera Ue Josep Borrell. (ANSA)

BRUXELLES.  – “Abbiamo una “responsabilità strategica” e “non possiamo aspettare che gli altri risolvano i nostri problemi”. L’Alto rappresentante Ue Josep Borrell, in un’intervista esclusiva ad alcuni media europei, tra cui l’ANSA, svela la prima bozza della Bussola strategica, la rotta che l’Ue intende seguire su difesa e sicurezza.

Una strategia che non deve essere “antitetica ma complementare alla Nato” e che, a suo dire, “non creerà problemi” agli Usa e all’Alleanza Atlantica.

Secondo il politico spagnolo, “l’Europa è in pericolo e i cittadini europei probabilmente non sono sufficientemente al corrente delle minacce che affrontiamo”. Pertanto in questa prospettiva “è nostra responsabilità identificare le nuove sfide e minacce e provvedere ad una nostra risposta” con l’obiettivo di “agire insieme con altri se possibile, ma anche da soli se necessario”.

Stando all’Alto rappresentante Ue, “stiamo vivendo in un mondo più ostile, con i nostri spazi economici e strategici sempre più contestati, e il nostro spazio político sempre più degradato”.

L’Unione deve dunque puntare ad essere ambiziosa in questo contesto e deve basarsi su quattro pilastri: agire in modo più rapido e deciso di fronte alle crisi; mettere al sicuro i cittadini europei contro le minacce in rápida evoluzione; investire nelle capacità e nelle tecnologie di cui abbiamo bisogno, e collaborare con gli altri per raggiungere obiettivi comuni.

La parola chiave è Eu Rapid Deployment Capacity, la capacità di dispiegamento rapido per “mobilitare moduli interoperabili  di forze con un certo numero” di unità, pari ad esempio a “cinquemila uomini”. L’idea è che queste unità possano essere mobilitate in maniera “flessibile e interoperabile”, con un “quartier generale”.

L’Unione dovrà dunque essere in grado di condurre operazioni in ogni circostanza, “comprese quelle che comportano l’uso della forza, come previsto dai trattati”, come ad esempio “interporsi fra i belligeranti, rendere sicuro un aeroporto e/o evacuare delle persone”. Secondo Borrell – che oggi ha illustrato la bozza al Collegio dei commissari per poi presentarla formalmente agli Stati membri nel corso del consiglio Esteri e Difesa il 15 e 16 novembre -, “non è la forza che determina la missione ma è la missione che determina la forza”.

In questo contesto c’è la volontà di creare una “hybrid toolbox”, una cassetta degli attrezzi ibrida che metta insieme tutti gli strumenti per fronteggiare anche i cyber attacchi.

L’Alto rappresentante ha avvertito infatti che “le minacce odierne sono diverse dal passato, non si tratta più di essere bombardati o invasi da carri armati – ha spiegato -. Basta vedere quello che sta accadendo al confine con la Bielorussia per capire che abbiamo di fronte nuovi tipi di minacce”.

“La parola adesso passa agli Stati membri che devono decidere quel è il livello di ambizione” che vogliono avere su difesa e sicurezza, ha sottolineato il capo della diplomazia europea, auspicando che a livello decisionale si arrivi ad una certa “flessibilità” per agire e risolvere i problemi velocemente. Per il lancio di un’operazione, ha spiegato, “servirà obviamente l’unanimità”, ma poi “ci si potrà coordinare fra i Paesi” che intendono intervenire in “modo flessibile”, in quanto “non si potrà decidere all’unanimità su tutti i passaggi delle operazioni”.

L’auspicio finale è che le sfide “non siano divergenti o divisive” fra i Paesi membri del nord o del sud Europa, sull’esempio degli Usa: “Per uno che vive in Alaska, le sfide sono le stesse di una persona che vive in Florida”, ha sottolineato Borrell.

(di Giuseppe Maria Laudani/ANSA).

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