Le epurazioni di Xi in vista del congresso del Pcc

Il presidente cinese Xi Jinping si sistema la giacca al suo ingresso nella sessione plenaria del Congresso nella Grande Sala del Popolo a Pechino. (ANSA/AP/Andy Wong)
Il presidente cinese Xi Jinping si sistema la giacca al suo ingresso nella sessione plenaria del Congresso nella Grande Sala del Popolo a Pechino. Archivio. (ANSA/AP/Andy Wong)

PECHINO.  – L’arresto formale di Sun Lijun, potente ex vice ministro della Pubblica sicurezza cinese, è l’ultimo segnale dei giochi e delle epurazioni in corso nella volata che porterà al congresso del Partito comunista di fine 2022.

Il provvedimento è stato disposto dalla Procura suprema del popolo dopo le indagini dell’Anticorruzione, a ridosso del Plenum (8-11 novembre) del Pcc: l’accusa è di “aver accettato tangenti”.

L’evento della prossima settimana, l’ultimo di peso dell’attuale ciclo politico, cade in una fase molto sensibile: il sesto Plenum adotterà una risoluzione sui cento anni di storia del partito, innalzando lo status di Xi Jinping, segretario generale del Pcc e presidente della Repubblica popolare, per proiettarlo al congresso verso un terzo e inconsueto mandato alla guida del partito, e quindi dello Stato.

Proprio oggi, Xi ha votato in un seggio a Pechino per i deputati del congresso del distretto di Xicheng, prima tappa del lungo procedimento di selezione su scala provinciale dei delegati del congresso 2022.

Sun, 52 anni, apparve in tv con Xi nell’ispezione fatta a Wuhan il 10 marzo 2020 in piena epidemia di Covid-19, finendo sotto indagine il mese successivo. Secondo alcune ricostruzioni di stampa, fu mandato nel primo focolaio del virus per mantenere la stabilità della città, scrivendo però alla moglie che era a Sydney alcune note sulla gestione della crisi da parte del partito a Wuhan che sarebbero state intercettate dall’intelligence australiana.

Il fermo di Sun nell’aprile 2020 coincise con l’arresto di Zhang Feng, un dirigente di Tencent, la società proprietaria di WeChat, per la mancata protezione della sicurezza dei dati.

Il 30 settembre scorso Sun fu espulso dal partito per “estrema ambizione politica”, per aver lavorato con altri alla distruzione di unità e sicurezza politica del Pcc, per aver fondato fazioni per il controllo “di alcuni dipartimenti chiave” e per lassismo nella lotta al virus. Il nome di Sun è apparso più volte sui media stranieri negli ultimi anni: secondo il Wall Street Journal, avrebbe avuto un ruolo rilevante nell’assistenza della Cina alla Malaysia nel monitorare i giornalisti del quotidiano Usa che indagavano sullo scandalo del fondo di investimenti 1Mdb, che travolse l’ex premier Najib Razak.

Nel mirino sono finiti i legami con l’Australia (i cui rapporti con Pechino sono ai minimi storici), dove nel 2002 conseguì – riferisce la stampa locale – un Master in Salute pubblica alla University of New South Wales.

Il suo è almeno il terzo caso negli anni recenti di alti funzionari ai vertici della Pubblica sicurezza colpiti da indagini disciplinari: a ottobre un altro ex vice ministro della Pubblica sicurezza ed ex ministro della Giustizia, Fu Zhenghu, è stato espulso dal Pcc. Nel 2018 toccò a Meng Hongwei, l’ex capo dell’Interpol: fu richiamato in Cina, arrestato e condannato a gennaio 2020 a tredici anni e mezzo di carcere per corruzione.

Lascia un commento