Lo scandalo Epstein travolge anche la City di Londra

Il principe Andrea nella villa di Epstein a Manhattan, mentre saluta una ragazza che se ne va.Immagine d'archivio.

NEW YORK.  – Lo scandalo Jeffrey Epstein non risuona solo nei corridoi di Buckingham Palace ma scuote anche il cuore finanziario di Londra, mettendo in imbarazzo la City.

L’amministratore delegato di Barclays, Jens Staley, si dimette dalla guida della banca in seguito ai suoi rapporti con il milionario che si è tolto la vita in un carcere di New York dopo essere stato accusato di pedofilia e sfruttamento di giovanissime messe a disposizione di amici ricchi e potenti in giro per il mondo.

Con l’uscita di Staley si allunga l’elenco dei big caduti per Epstein, fra i quali spiccano i nomi di Leon Black costretto a lasciare i vertici di Apollo Global Management e Bill Gates, i cui rapporti con il milionario suicida hanno complicato il suo matrimonio con Melinda Gates fino ad arrivare al divorzio.

L’uscita di Staley arriva a sorpresa: fino a venerdì será avrebbe dovuto rappresentare la banca alla conferenza sul clima di Glasgow. Invece proprio venerdì le autorità britanniche – la Financial Conduct Authority e la Prudential Regulation Authority – hanno condiviso con Barclays i risultati preliminari della loro lunga indagine sui rapporti fra Staley ed Epstein, sui quali l’ex amministratore delegato – secondo indiscrezioni – non sarebbe stato del tutto trasparente con il consiglio di amministrazione della banca.

L’indagine, precisa comunque Barclays, non ha rivenuto alcuna prova sul fatto che Staley sapesse dei presunti crimini di Epstein: le sue dimissioni sono alla “luce delle conclusioni” dell’inchiesta – non ancora rese note – e della volontà di Staley di contestarle.

“Non voglio che la mia risposta personale sia una distrazione dal fantastico lavoro che facciamo ogni giorno per sostenere i nostri clienti”, ha detto Staley in una comunicazione interna ai dipendenti. I rapporti fra Staley e le autorità britanniche non sono dei migliori da diverso tempo, per l’esattezza dal 2018 quando Staley fu multato in Gran Bretagna e negli Stati Uniti per aver cercato di identificare una talpa interna a Barclays.

L’ex amministratore delegato ha sempre ammesso di aver avuto un legame professionale con Epstein: era iniziato nel 2000 quando Staley era a JPMorgan e il finanziere era un suo cliente. I loro rapporti sono però iniziati a raffreddarsi nel 2013 e – aveva spiegato Staley nel febbraio 2020, quando Barclays aveva annunciato che le autorità britanniche stavano conducendo un’indagine – l’ultimo contatto risaliva alla metà del 2015.

“Pensavo di conoscerlo, invece non lo conoscevo. Alla luce di tutto quello che sappiamo oggi sono profondamente rammaricato di aver avuto rapporti con Jeffrey Epstein”, aveva precisato allora.

Staley – che si recò con la moglie sull’isola di Epstein nei Caraibi – era stato nominato alla guida di Barclays nel dicembre 2015. Il suo posto sarà ora preso dal suo delfino C. S. Venkatakrishnan.

L’addio di Staley arriva mentre il principe Andrea, il terzogenito  della regina Elisabetta, resta nel mirino delle autorità per la sua amicizia con Epstein. Un giudice americano ha fissato al prossimo 14 luglio la scadenza per presentare la deposizione giurata del principe in merito alle accuse di violenza sessuale presentate da Virginia Giuffre Roberts, una delle vittime di Epstein che afferma d’essere stata messa di fatto”a disposizione” del duca di York quando lei era 17enne in tre distinte occasioni.

Accuse che il principe Andrea ha sempre respinto con determinazione e di cui ha chiesto l’archiviazione parlando, tramite i suoi legali, di una “causa infondata”. Richiesta però finora non ascoltata dalla giustizia americana, che prosegue imperterrita il suo corso.

(di Serena Di Ronza/ANSA).

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