Manovra: Cig più alta per chi aveva salari medi

Una sede dell'Istituto Nazionale della Prevvidenza Sociale.
Una sede dell'Istituto Nazionale della Prevvidenza Sociale. (ANSA)

ROMA.  –  Gli ammortizzatori sociali si estendono a tutti i lavoratori dipendenti ma i costi aumentano, soprattutto per le piccole imprese che chiedono al Governo un incontro urgente per individuare correttivi: all’indomani dell’approvazione della manovra dal Consiglio dei ministri si chiariscono anche gli impegni sulle politiche attive con l’allargamento del programma Gol (Garanzia di occupabilità dei lavoratori) anche ai lavoratori autonomi estendendo a loro i servizi di assistenza dei centri per l’impiego volti all’inserimento occupazionale.

Nella manovra è prevista anche l’abolizione del tetto più basso per la cassa integrazione con il mantenimento solo del limite più alto che significa di fatto un assegno più alto per i lavoratori con salari medi o medio-bassi, tra i 1.200 e i 2.159 euro lordi.

Nel programma Gol gli autonomi si affiancano alle categorie già destinatarie del percorso per il quale nel complesso saranno destinati 4,4 miliardi (per tre milioni di lavoratori da riqualificare entro il 2025), ovvero i lavoratori in casa integrazione, quelli in Naspi, i disoccupati senza reddito da almeno sei mesi, i Neet e gli over 55.

“La manovra è espansiva – ha detto il ministro del Lavoro Andrea Orlando inaugurando il primo sportello Gol d’Italia – aiuta il Paese a ripartire”. Nel piano per il quale sono già stati ripartiti tra le regioni i primi 880 milioni sono previsti cinque percorsi in funzione della occupabilità: reinserimento lavorativo; aggiornamento (upskilling), riqualificazione (reskilling), lavoro e inclusione, ricollocazione collettiva (in caso di crisi aziendali).

E se la vera scommessa nel nostro Paese sarà l’attivazione di una larga parte delle persone fuori o ai margini del mercato del lavoro, a partire dai giovani e dalle donne con politiche attive del lavoro adeguate, una novità significativa resta quella dell’estensione a tutti i dipendenti degli ammortizzatori sociali includendo anche le imprese con meno di 6 dipendenti finora escluse.

L’aliquota per le imprese con meno di 6 dipendenti sarà dello 0,50% mentre sale quella delle imprese più grandi. Contro questo aumento si sono scagliate le associazioni che rappresentano il terziario di mercato (Confcommercio, Confesercenti, Ferdistribuzione, Alleanza delle cooperative) preoccupate per la “sostenibilità contributiva”.

E preoccupazione è stata espressa anche dalla Uil che in uno studio ha sottolineato che l’aggravio annuo dei costi per un’impresa tra i 16 e i 50 dipendenti è di 221 euro (l’aliquota passa dallo 0,65% all’1,70%) mentre sarebbe di 73 euro complessivi per dipendente (calcolo fatto su uno stipendio medio di 21mila euro) per le aziende tra i 6 e i 15 dipendenti (l’aliquota passa dallo 0,45% allo 0,80%). Resta invece fissato al 4% della retribuzione  il contributo addizionale nel caso si utilizzi l’ammortizzatore.

Arriva invece una semplificazione e in molti casi un aumento dell’assegno per chi chi è in cassa integrazione con l’eliminazione del primo tetto per calcolare il trattamento e la fissazione di un solo limite per tutti indipendentemente dallo stipendio di partenza. Si ha diritto all’80% della retribuzione ma il massimale mensile sarà per tutti di 1.129 euro rivalutato per l’anno prossimo.

Questo significa che il tetto salirà fino a 200 euro lordi per le retribuzioni medie, ovvero quelle superiori a 1.200 euro e inferiori a 2.159 euro che finora erano sotto la soglia del primo tetto.

(di Alessia Tagliacozzo/ANSA).

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