Allarme Pentagono: in 6 mesi possibili attacchi Isis-K

Agenti di sicurezza schierati di fronte alla Casa Bianca. Rapper
Agenti di sicurezza schierati di fronte alla Casa Bianca. Immagine d'archivio. (ANSA/EPA)

WASHINGTON.  – I gruppi legati all’Isis-K e ad al Qaida in Afghanistan rappresentano una seria minaccia per l’Occidente e potrebbero essere pronti a sferrare attacchi su scala internazionale già nel giro di sei mesi. Anche contro l’America. A lanciare l’allarme è il Pentagono, con il vicesegretario alla difesa Colin Kahl che in Congresso ha dipinto un quadro a tinte fosche basato sulle informazioni raccolte dagli 007 Usa dopo il ritiro delle ultimi truppe statunitensi da Kabul.

Kahl, parlando davanti alla commissione forze armate del Senato, non ha nascosto come al momento sia davvero difficile determinare la reale capacità del governo dei talebani di contrastare e combattere i gruppi jihadisti presenti sul territorio afghano e che stanno nuovamente imponendosi sulla scena con una serie di attentati. E che si starebbero preparando a fare il grande salto con un’offensiva fuori dai confini dell’Afghanistan, con la possibilità di un attacco anche direttamente sul suolo americano. Seppure, ha spiegato Kahl, al momento per i servizi Usa il rischio di attentati in patria resti al livello più basso dall’11 settembre 2001

“La comunità dell’intelligence – ha detto l’alto funcionario del Pentagono – valuta però che sia l’Isis-K che al Qaida abbiano l’intenzione di condurre operazioni esterne, anche contro gli Stati Uniti, ma non ne hanno attualmente la capacità.

L’Isis-K, però, potrebbe raggiungere tale capacità in qualunque momento tra sei o dodici mesi, mentre al Qaida tra uno o due anni. Ne siamo abbastanza certi e dobbiamo restare assolutamente vigili contro questa possibilità”, ha aggiunto Kahl, sottolineando la necessità di non lasciare che i gruppi terroristici in questione si sviluppino senza alcun freno o controllo.

Le parole del vicesegretario alla difesa Usa mettono in luce una preoccupazione che già da tempo serpeggia non solo a Washington ma in tutte le capitali occidentali. Mentre resta vivo il dibattito sulle conseguenze del drammatico ritiro delle truppe Usa dall’Afghanistan dopo venti anni di conflitto. “La guerra come l’abbiamo conosciuta finora è finita ma la minaccia del terrorismo resta”, ha chiuso la sua testimonianza Kahl.

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