Evergrande evita default, punta sull’auto elettrica

Un logo e la bandiera cinese di fronte al centro Evergrande in Shangai, Cina. ANSA/ EPA/ALEX PLAVEVSKI

PECHINO.  – Evergrande evita il default e punta sull’auto elettrica per uscire dalla crisi e diversificare le attività, fino a farne il nuovo cuore del gruppo. Il presidente e fondatore, Hui Ka Yan, ha detto di voler ridimensionare le operazioni immobiliari per concentrarsi sui veicoli a nuova energia (NEV), in una sfida affatto semplice dato che Evergrande deve ancora consegnare un singolo veicolo, malgrado le ambizioni di sfida a colossi del settore come Tesla.

Lo sviluppatore immobiliare più indebitato al mondo, col carico di 305 miliardi di dollari, ha preso in considerazione la vendita di quote di controllate tra cui Evergrande NEV, l’unità attività nel settore elettrico, i cui titoli sono ancora in calo di oltre il 90% rispetto al picco di febbraio alla Borsa di Hong Kong. E questo, a dispetto del balzo dell’11% di oggi sulla spinta della novità strategiche riportate dal Securities Times, il quotidiano finanziario del gruppo che fa capo al Quotidiano del Popolo, la voce del Partito comunista cinese.

Appena il mese scorso, Evergrande NEV aveva avvertito di una “grave carenza di fondi”, aggiungendo che non vi era alcuna garanzia di poter soddisfare gli obblighi finanziari. La prima auto elettrica dell’azienda – “Hengchi” – sarà consegnata dalla fabbrica di Tianjin all’inizio del prossimo anno, secondo una nota dell’11 ottobre sul sito web del gruppo. Secondo il Securities Times, Evergrande non acquisterà alcun terreno nei prossimi 10 anni, ha dichiarato Hui in una riunione interna.

L’obiettivo di vendite annuali di immobili scenderanno a circa 200 miliardi di yuan (31 miliardi di dollari) in 10 anni dai 700 miliardi di yuan del 2020.

Nel frattempo, Evergrande ha detto che la costruzione di oltre 40 progetti nella provincia del Guangdong sta procedendo senza intoppi e che le case saranno consegnate. Lo sviluppatore ha evitato di un soffio il default la scorsa settimana, pagando venerdì la cedola da 83,5 milioni di dollari non onorata il 23 settembre, alla vigilia della scadenza del 30 giorni di tolleranza prima dell’insolvenza.

I titoli Evergrande, intanto, hanno chiuso a -0,76% a Hong Kong, malgrado i buoni guadagni iniziali all’indomani dell’annuncio della ripresa dei lavori in cantieri a Shenzhen e in altre 5 città cinesi per garantire il completamento e la consegna di oltre una decina di progetti immobiliari principali.

Il gruppo, tuttavia, non è ancora fuori pericolo, in quanto si profilano altre cedole vicine alla conclusione del periodo di tolleranza: una da 45,2 milioni scadrà il 29 ottobre e un’altra da 14,25 milioni il giorno seguente. Il percorso di ripresa, tutto accidentato, è solo agli inizi.

(di Antonio Fatiguso/ANSA)

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