Eutanasia legale, depositate le firme per il referendum

Marco Cappato durante il deposito delle firme per il referendum sull'eutanasia legale all'esterno del palazzo della Corte di Cassazione
Marco Cappato durante il deposito delle firme per il referendum sull'eutanasia legale all'esterno del palazzo della Corte di Cassazione, Roma 8 ottobre 2021. ANSA/FABIO FRUSTACI

ROMA. – Sono oltre 1 milione e 200 mila le firme depositate oggi in Cassazione a sostegno del referendum sull’eutanasia legale. Intorno alle 11 Marco Cappato dell’associazione Luca Coscioni ha fatto ingresso nel Palazzaccio per procedere al formale deposito delle sottoscrizioni. In piazza con lui i tanti volontari del comitato referendario che in questi mesi hanno proceduto alla raccolta delle firme.

Una mattinata definita “storica”, ma durante la quale non sono mancati momenti di tensione quando Mario Adinolfi, fondatore del Popolo della Famiglia, si è avvicinato al gazebo dei referendari in piazza Cavour per contestare l’iniziativa.

Ne è nato un battibecco durato alcuni minuti. Adinolfi rivolto ai promotori ha urlato: “State imbrogliando. State imponendo un diktat per cui dovremmo essere tutti contenti di essere liberi di suicidarci. La corte Costituzionale non potrà mai dare il via libera a questo referendum. Eutanasia non potrà mai essere fatta per referendum ma solo per legge”.

Parole a cui Cappato ha risposto: “Quella di Adinolfi è una iniziativa di parassitismo mediatico. Apprezziamo il fatto che si sia riuscito a svegliarsi in tempo per venire qui”. I referendari hanno scandito poi il coro: “libertà, libertà”. L’ex parlamentare è stato poi fatto allontanare e identificato dalle forze dell’ordine presenti in piazza.

Alla manifestazione che ha preceduto la consegna dei plichi erano presenti anche Valeria Imbrogno, compagna di Fabiano Antonioni, Dj Fabo, morto in Svizzera con il suicidio assistito il 27 febbraio del 2017 e Mina Welby vedova di Piergiorgio.

“Nessuno dei cittadini vuole morire, anche chi è in gravi condizioni – ha affermato Welby -. Ma io credo che quando la sofferenza è talmente grande e terribile ognuno abbia il diritto di dire basta. Non è sempre necessaria l’eutanasia e questo lo voglio dire al Vaticano: a mio marito non è stato fatto il funerale nonostante non fosse eutanasia la sua morte. Era semplicemente l’interruzione della sua ventilazione artificiale che era divenuta per lui insopportabile”.

Il comitato dei promotori del referendum ha spiegato che delle oltre 1,2 milioni firme, raccolte da più di 13.000 volontari in 6 mila tavoli di raccolta in oltre mille comuni, quasi 400 mila sono state online. “Oltre un milione e duecentomila di cittadini italiani chiedono che finalmente si possa decidere di non dover più imporre contro la volontà del malato la sofferenza come una tortura insopportabile – ha dichiarato Cappato -.

Poter decidere finalmente tra l’eutanasia clandestina che c’è già in Italia e quella legale fatta di regole, responsabilità, conoscenza, ovviamente assistenza per chi vuole vivere e rispetto della decisione di chi non lo vuole più”.

Per il leader dell’associazione Coscione le firme sono state raccolte nel silenzio dei capi dei grandi partiti” ma la gente che ha firmato “ha vissuto questo problema”. Per la prima volta nella campagna di raccolta è stata utilizzata anche la firma digitale. Per Riccardo Magi, presidente di +Europa quella di oggi è stata “una grande emozione” perché “si tratta di numeri impressionanti, che danno l’idea della partecipazione travolgente che ha coinvolto larga parte della cittadinanza”.

In tema di fine vita approderà in aula alla Camera il prossimo 25 ottobre la proposta di legge che interviene sull’art.580 del codice penale sull’istigazione al suicidio. “La campagna referendaria ha mostrato quanto alta sia oggi la sensibilità popolare nei confronti dei delicati temi del fine vita e dell’eutanasia – afferma Mario Perantoni, presidente della commissione Giustizia della Camera, deputato M5S -.

Per il momento non sappiamo se i quesiti saranno ammessi, certamente le tante firme raccolte sono un forte segnale per portare avanti con determinazione la nostra legge per depenalizzare l’intervento di terze persone in aiuto di chi è in fine vita, affetto da malattie non curabili e sofferenze atroci. Ci riferiamo al testo che interviene sull’art. 580 del codice penale e che mercoledì prossimo le commissioni Giustizia e affari Sociali inizieranno a votare. Il 25 ottobre è previsto l’avvio della discussione in Aula”.

(di Marco Maffettone/ANSA)

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