Basket, si ritira leggenda Pau Gasol: “É duro fermarsi”

La grinta di Pau Gasol. (Ansalatina)

ROMA.  – A due mesi dalla sua ultima apparizione in nazionale, ai Giochi di Tokyo, la leggenda del basket spagnolo ed europeo Pau Gasol ha annunciato a 41 anni il suo ritiro dal professionismo.

“È una decisione difficile da prendere dopo tanti anni ma è una decisione ponderata – ha detto Gasol non senza commozione in una affollata conferenza stampa a Barcellona -. Io contavo di chiudere giocando, non tra stampelle e interventi chirurgici”.

Così è stato. Dopo 20 anni in Nba, dove ha vinto due anelli con il Lakers a fianco di Kobe Bryant – lo sfortunato fuoriclasse che tanto lo ammirava in campo da diventargli amico intimo e da fargli fare da padrino ad una delle figlie – il gigante catalano era tornato sei mesi fa al club blaugrana per rimettersi in sesto dopo un lungo stop per un infortunio al piede sinistro, ha conquistato il suo ultimo scudetto e sfiorato l’assalto all’Eurolega prima di partire per la quinta Olimpiade, dove ancora una volta la sua Spagna si è ritrovata a fare i conti con gli Usa, uscendo ai quarti.

Le statistiche che tanto contano nel basket sono impressionanti, la bacheca di trofei è quasi inimitabile – almeno in Europa -, ma oltre che dai numeri, dalle coppe e dalle medaglie, la grandezza di Gasol era fatta di presenza in campo, voglia, leadership. Tutti lo ammiravano, e lo ammireranno, per la sue imprese sportive, ma anche per il suo carattere e la sua generosità, spesso impegnato in attività di beneficenza, come quando durante la pandemia, insieme con Rafa Nadal, ha aiutato a raccogliere quasi 14 milioni di euro per la Croce Rossa spagnola.

Selezionato sei volte per l’All-Star game dopo essere stato nominato Rookie of the Year nel 2002 al suo sbarco in Usa ai Memphis Grizzlies, Gasol è stato preso dai Lakers nel 2008 e in sei stagioni ha vinto il titolo nel 2009 e nel 2010, Ha anche giocato inseguito con i Chicago Bulls e i San Antonio Spurs, mentre le successive esperienze ai Milwaukee Bucks e ai Portland Trail Blazers sono state segnate dagli infortuni.

Intanto, con lui la Spagna ha dominato il mondo lasciato libero dal Dream team Usa: un titolo mondiale, due medaglie d’argento e un bronzo olimpici, tre titoli europei.

Nel suo saluto, Gasol ha avuto parole speciali per il “suo” club, il Barca, e il suo amico Bryant. “Sono grato a tutti per aver vinto un altro campionato con il Barcellona ma questo non è un addio, è un arrivederci – ha detto -. Ho chiuso da giocatore ma ci sono molte strade aperte. Le possibilità di fare cose importanti sono tante, o almeno questa è la speranza che ho”.

“Mi sarebbe davvero piaciuto che Kobe fosse qui, ma non è possibile – ha concluso, con le lacrime agli occhi -. La vita a volte non è giusta. Mi ha insegnato come essere un giocatore  migliore, un leader migliore, per me era un fratello maggiore”.

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