Filippine: il figlio di Marcos si candida alla presidenza

Ferdinand 'Bongbong' Marcos Junior (C), figlio dell'ultimo dittatore Ferdinand Marcos delle Filippine. ANSA/ EPA/RODEL LUMIARES

BANGKOK. – Il padre fuggì dalle Filippine nell’infamia, spodestato da una rivoluzione popolare dopo essersi arricchito a dismisura in due decenni di brutale dittatura.  Ora il figlio, Ferdinand Marcos junior, si candida alla presidenza e al momento sarebbe il favorito per conquistarla il prossimo maggio.

Si chiuderebbe così il cerchio della clamorosa riabilitazione di una famiglia emblema della disfunzionale e corrotta politica nelle Filippine, uno dei Paesi asiatici dalle disuguaglianze più grandi. Marcos junior (64 anni) ha annunciato ufficialmente la sua candidatura con un video di tre minuti sui social media.

Menzionando la crisi in cui la pandemia del Covid-19 ha gettato il Paese, ha dichiarato di voler unire l’arcipelago sotto la sua leadership, “riportando le persone al lavoro in modo sicuro, così che tutti noi possiamo ricominciare a vivere le nostre vite”.

Per Marcos non è il primo tentativo di arrivare ai vertici del potere nelle Filippine, dove si vota separatamente per il presidente e il suo vice. Nel 2016 si era già candidato alla vice-presidenza, venendo sconfitto per solo lo 0,6 per cento dei voti.

Stavolta partirebbe secondo nei sondaggi dietro a Sara Duterte, figlia dell’attuale presidente Rodrigo che solo tre giorni fa ha annunciato l’intenzione di lasciare la política alla fine del mandato. Ma la candidatura di Sara ancora non è ufficiale: si è appena riproposta per un terzo mandato da sindaco di Davao, lasciando credere che non punti alla presidenza. Ma in molti scommettono in un ripensamento.

Il figlio di Ferdinand e Imelda Marcos, l’ex first lady che oggi ha 92 anni, si è preparato il campo da tempo. É attivo in politica fin dai primi anni Ottanta, sotto la legge marziale del padre. Tornato nel Paese nel 1989, tre anni dopo la fuga della famiglia sotto la pressione popolare, ha gradualmente scalato i piani del potere nel feudo familiare di Ilocos Norte: governatore, poi deputato, infine senatore come la sorella Imee.

Il prospetto del ritorno di un Marcos alla presidenza è il culmine di un processo di riabilitazione storica che va avanti da tempo nella società filippina. Una popolazione dall’età media di neanche 26 anni ovviamente non ha ricordi della dittatura, né della ricchezza trafugata dai Marcos, con la collezione di tremila scarpe di Imelda che era solo la punta dell’iceberg.

Dal canto suo, Marcos junior ha sempre descritto come “bugie” e “propaganda” qualsiasi riferimento agli abusi del padre. In risposta alla sua candidatura, un’organizzazione filippina per i diritti umani ha dichiarato che Marcos “sputa sulle tombe dei morti e sui volti delle vittime della dittatura”.

Alla riabilitazione dei Marcos ha contribuito anche l’attuale presidente Duterte, che iniziò la carriera politica da sindaco di Davao negli anni Ottanta anche grazie all’appoggio di fedelissimi dell’ex dittatore. Duterte ha più volte minimizzato gli eccessi di Marcos padre, e durante la sua presidenza ha anche dato il via libera alla sua sepoltura nel Cimitero degli eroi a Manila.

In un possibile duello tra la figlia di Duterte e Marcos junior non ci sarebbero differenze ideologiche: solo un confronto di personalità e di diversi clan, come d’altronde le Filippine sono ben abituate. Sembra invece non avere, al momento, chance l’ex famoso pugile Manny Pacquiao che ha lasciato definitivamente la boxe nei giorni scorsi per candidarsi alla guida del suo Paese.

(di Alessandro Ursic/ANSA).

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