Bufera pedofilia sulla Chiesa francese, 216.000 vittime

Una riunioni di sacerdoti.

PARIGI.  – “Per me la cosa più terribile è stata aver visto il male assoluto, la violazione dell’integrità fisica e psichica di bambini. Un’opera di morte, perpetrata da persone con la missione di portare vita e salvezza”.  É sotto shock anche Jean-Marc Sauvé, 72 anni, che per due anni e mezzo ha presieduto l’inchiesta sulla pedofilia nella Chiesa francese.

Oggi le cifre agghiaccianti: 216.000 vittime, 330.000 se si calcolano anche quelle di sacrestani, insegnanti di religione e personale laico.

Da domenica le conclusioni del rapporto della Commissione indipendente sugli abusi sessuali nella Chiesa cattolica (Ciase) si sono abbattuti sulla Francia come uno tsunami.

Nei 70 anni che vanno dal 1950 al 2020, fra 2.900 e 3.200 preti hanno abusato di vittime innocenti, per lo più bambini. Ed è una stima per difetto, come ha voluto precisare Sauvé descrivendo il metodo di lavoro scientifico, basato su testimonianze delle vittime e calcoli statistici. Si è andati molto oltre quello che si temeva, che temevano anche i vescovi di Francia, che hanno commissionato il rapporto.

Da Roma papa Francesco ha “appreso con dolore” le notizie, rivolgendo il suo pensiero “anzitutto alle vittime, con grande dispiacere per le loro ferite e gratitudine per il loro coraggio nel denunciare; e alla Chiesa di Francia perché, nella consapevolezza di questa terribile realtà, unita alla sofferenza del Signore per i suoi figli più vulnerabili, possa intraprendere una via di redenzione”.

Gli stessi componente della Conferenza episcopale francese, attraverso il loro presidente Eric de Moulins-Beaufort, hanno espresso “vergogna” e “spavento” per quei terribili numeri dietri ai quali si nascondono drammi personali provocati da uomini e donne di chiesa a chi era ancora un bambino o un adolescente. Ed hanno chiesto “perdono” alle vittime: “Perdono ad ognuna ed ognuno di voi”, ha sottolineato mons. Moulins-Beaufort, aggiungendo che la voce delle vittime “ci sconvolge, il loro numero ci devasta”.

Una violenza “massiccia” di carattere “sistematico”, quella rilevata in due anni e mezzo di lavori della Commissione, affiancata da associazioni delle vittime e da esperti, oltre che da equipe di psicologi di sostegno. La Chiesa che oggi chiede perdono ha occultato per decenni, fino agli anni Duemila, l’orrore delle violenze sui bambini. E quando, sull’onda della rivolta popolare su base planetaria, è stata costretta ad ammetterle, lo ha fatto “in modo globalmente insufficiente”.

É una sentenza senza sconti, la Chiesa è chiamata ad un’ammissione dei fatti, ad un riconoscimento della propria responsabilità nella vastità del fenomeno e nella sofferenza inflitta alle vittime. Sauvé ha distillato una per una parole che si sono rivelate pietre. Ha denunciato “negligenze, malfunzionamenti, silenzio, una copertura istituzionale” delle colpe. La Chiesa, ha insistito, “non ha saputo captare i segnali deboli, non ha saputo prendere le misure rigorose che si imponevano”.

E “fino all’inizio degli anni 2000 ha manifestato una profonda indifferenza, anche crudele nei confronti delle vittime”, dei pedofili che aveva al suo interno. Le vittime “non venivano credute, ascoltate, si riteneva che avessero in qualche modo contribuito a quanto gli era accaduto”. Le cifre parlano in modo crudo di “un 80% di vittime maschi, con una fortissima concentrazione fra i 10 e i 13 anni”, si desume dalle 2.500 pagine del rapporto.

Sauvé ha poi lanciato alla Chiesa un estremo appello affinché assicuri “riparazioni” finanziarie a tutti. “Bisogna risarcire i danni subiti dalle vittime anche al di là di quelli identificati”, ha detto Sauvé, auspicando che l’indennizzo non venga considerato come “un dono” ma come qualcosa di “dovuto”.

(di Tullio Giannotti/ANSA).

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