Presidente Mattarella pensa alla crescita: “Avanti con sforzo unitario”

Lectio Doctoralis del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel riceve la laurea honoris causa dell'Università di Parma.
Lectio Doctoralis del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel riceve la laurea honoris causa dell'Università di Parma. (foto di Francesco Ammendola - Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)

ROMA. – Ora non fermarsi. Questo è il messaggio del presidente della Repubblica che nel giorno delle elezioni amministrative già guarda avanti con una certa preoccupazione pensando al colossale impegno che attende il governo nei prossimi mesi.

“La sfida che stiamo affrontando è di posizionare l’Italia intera su un percorso di sviluppo inclusivo e orientato al futuro: ciò richiede uno sforzo unitario, consapevole e senza precedenti da parte di tutte le forze, affinché operino nella stessa direzione”, ragiona Sergio Mattarella attraverso un messaggio inviato al summit “Made in Italy: Setting a New Course”.

Si tratta di un richiamo forte: il capo dello Stato conferma l’ottimismo sui dati che confermano una crescita impetuosa dell’Italia e proprio per questo si appella alla responsabilità della politica, di tutti gli attori impegnati in questa complessa stagione di riforme.

Mattarella dà l’impressione che voglia tenere la corda dell’attenzione tesa, quasi a voler scongiurare sul nascere inopportuni tatticismi post-voto dei partiti. Troppe le cose da fare, le riforme da portare a termine. Come sottolinea d’altronde anche il presidente di Confindustria Carlo Bonomi: “non possiamo dimenticarci che la sfida della crescita dell’Italia pone una questione che è innanzitutto nazionale. Una sfida che investe lo Stato e le sue capacità di progettare, di attuare le riforme strutturali e gli investimenti annunciati, a partire da quanto contenuto nel piano nazionale di ripresa e resilienza”.

Il presidente Mattarella, che oggi ha ricevuto una laurea Honoris causa dall’Università di Parma, torna a sottolineare “il salto di qualità” compiuto dall’Unione europea ma soprattutto sottolinea come il Piano nazionale di resilienza e ripresa (Pnrr) sia “la spina dorsale di una crescita solida, equa e duratura”.

Un piano che prevede un rigidissimo cronoprogramma di riforme che non può essere messo in discussione dall’evaporarsi di quello spirito unitario ed emergenziale che ha dato vita al governo di Mario Draghi. “Questo Piano di ripartenza – ha argomentato il capo dello Stato nel suo intervento all’Università di Parma – è la spina dorsale di una nuova, più solida e più equa, integrazione del Continente. Si tratta di un salto di qualità, capace di rafforzare ulteriormente i legami già esistenti tra i popoli e gli Stati dell’Unione”.

Un concetto fatto proprio anche dal Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco secondo il quale si deve “trarre il massimo dalle lezioni apprese dalla crisi pandemica e sfruttarle per “rimbalzare in avanti” verso un mondo post-pandemia più inclusivo e resiliente”.

Fin qui la moral suasion sulla politica. Ma il presidente ha a lungo parlato anche di Europa e di università, chiedendo che quest’ultima sia finalmente oggetto di una vera riflessione nella prossima Conferenza sul futuro dell’Unione. E che i fondi del Pnrr siano usati per far uscire l’Italia da quella scomoda posizione da retrocessione sul numero dei laureati.

Perché è sempre più chiaro, per il presidente, che ormai non è più in discussione l’Unione europea ma solo quale sarà la sua velocità d’integrazione: “il carattere di apertura dell’Europa, la ricchezza e le diversità insite nel suo humus, non sono”, sottolinea citando Edgar Morin, “una mancanza di rigore”, piuttosto rappresentano oggi “l’unico rigore possibile”.

(Di Fabrizio Finzi/ANSA)

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