Parte l’obbligo di Green pass in Vaticano, ma non a San Pietro

La cupola della basilica di San Pietro tra i tetti della città Roma
La cupola della basilica di San Pietro tra i tetti della città Roma, 12 marzo 2015. ANSA/ALESSANDRO DI MEO

CITTÀ DEL VATICANO. – C’è chi tira fuori dalla tasca il foglio stampato con il Qr code, chi invece sfodera il telefonino dalla borsa pronta a mostrare il codice ai gendarmi e chi, invece, non sapeva della novità ma era comunque vaccinato e munito del certificato. Debutta senza particolari problemi l’obbligo del Green pass in Vaticano.

Da oggi, infatti, chiunque voglia fare accesso sul territorio della Santa Sede dovrà essere munito della certificazione verde o, in alternativa, di un tampone negativo. Esattamente come avverrà, dal 15 ottobre, negli uffici in Italia. E, proprio come in Italia, tutti i lavoratori che non sono in possesso della certificazione saranno considerati “assenti ingiustificati” e senza stipendio.

I varchi di accesso, come sempre, erano presidiati dalla gendarmeria che però ha proceduto ad un controllo “a campione” su chi entrava. In particolare i dipendenti e i lavoratori vaticani venivano fatti entrare semplicemente mostrando il tesserino. Ad influire sulla decisione, con ogni probabilità, il fatto che il Vaticano è il primo Stato ad aver già completato il ciclo vaccinale per tutti i residenti che, di conseguenza, sono in possesso del certificato.

Diversa, invece, la situazione per chi sul territorio vaticano accede saltuariamente, magari per andare – come spesso accade – nella farmacia che si trova all’interno delle mura o per far visita a qualche residente. Più rigoroso, invece, il controllo del Green pass nella sala stampa della Santa Sede, dove tutti i giornalisti hanno dovuto mostrare il certificato per poter accedere alla struttura.

Diversa, poi, la situazione alla Basilica di San Pietro dove l’accesso resta libero dall’obbligo di Green pass. L’esibizione del certificato verde, infatti, non è richiesta né nella piazza né nella Basilica, nonostante il decreto del 20 settembre scorso esenti dall’obbligo esclusivamente le celebrazioni religiose – “per il tempo strettamente necessario allo svolgimento del rito” – ma non gli accessi negli edifici che rientrano nel territorio vaticano, come le Basiliche, appunto, e i palazzi della Santa Sede.

L’obbligo del certificato, invece, resta in vigore per l’ingresso ai Musei Vaticani, disposizione che era già stata presa dal 6 agosto scorso. Resta in sospeso invece la questione delle udienze generali con il Papa: c’è ancora attesa per l’indicazione per i fedeli che il mercoledì partecipano alle catechesi del Pontefice.

Si tratta ogni settimana di alcune migliaia di persone ma ancora non è stato comunicato se questi eventi saranno assimilati alle celebrazioni e saranno dunque ad accesso libero. Improbabile comunque questa ipotesi, considerato l’alto numero dei partecipanti e anche il fatto che, a parte la lettura biblica iniziale, e la preghiera e benedizione finale, non costituiscono un atto di culto vero e proprio.

(di Domenico Palesse/ANSA)

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