Assange: l’Australia chiede agli Usa garanzie su trattamento

L'arresto di Assange in un'immagine d'archivio. (ANSA)

ROMA. – La ministra degli Esteri australiana, Marise Payne, ha evocato il caso di Julian Assange durante un incontro avuto il 15 settembre negli Usa con il segretario di Stato Antony Blinken, chiedendo che allo stesso Assange, cittadino australiano, vengano garantiti “un giusto processo, un trattamento umano, un’adeguata assistenza medica e l’accesso al suo staff legale”.  Lo ha reso noto un portavoce del ministero degli Esteri citato dal Guardian.

Ma alcuni parlamentari australiani sostenitori di Assange fanno appello al governo perché chieda l’immediato rilascio del co-fondatore di WikiLeaks, dopo che nei giorni scorsi media americani hanno detto che durante la presidenza di Donald Trump la Cia ha valutato l’ipotesi di rapire e uccidere Assange, a quel tempo rifugiato nell’ambasciata dell’Ecuador in Gran Bretagna.

Assange rimane imprigionato nel carcere di Belmarsh a Londra, dopo che il governo americano ha presentato appello contro una precedente sentenza di una Corte britannica che aveva bloccato la sua estradizione negli Stati Uniti. Negli Usa Assange è accusato di diversi reati, tra i quali la pubblicazione di documenti segreti.

“La ministra Payne ha sollevato la questione di Assange con le controparti britanniche e statunitensi”, ha detto il portavoce australiano, senza rendere noto se abbia ottenuto assicurazioni in merito alle richieste presentate.

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