Università vietata alle donne, i talebani non si fermano

Una donna in afghanistan indossando il burka (ANSA)

ROMA.  – “Finché un vero ambiente islamico non sarà garantito per tutti, alle donne non sarà permesso di venire all’università o di lavorarci. Islam first”.  Mischiando interpretazioni oscurantiste della sharia e citazioni di Donald Trump, il nuovo rettore dell’ateneo di Kabul appena nominato dai talebani, Mohammad Ashraf Ghairat, annuncia le ultime misure di segregazione imposte alle donne nel nuovo Afghanistan.

“A causa della carenza di docenti donne, stiamo lavorando a un piano affinché i docenti maschi possano insegnare alle studentesse da dietro una tenda nelle classi. In quel modo verrebbe creato un ambiente islamico che permetterebbe alle studentesse di studiare”, ha scritto Ghairat su Twitter, dove in inglese pubblica messaggi che evocano gli slogan dell’ex presidente americano, come “Make Kabul University (KU) Great Again”.

Trasformando sempre più in realtà i peggiori incubi delle afghane, il neo-rettore avverte: “Finché non avremo creato questo ambiente islamico, le donne dovranno restare a casa”. Insomma, anche una delle rare concessioni fatte finora dai sedicenti studenti coranici per presentarsi come “inclusivi” è stata accantonata.

Inizialmente, alle universitarie era infatti stato permesso di proseguire gli studi, vietando comunque le classi miste o dividendo le aule con delle tende in caso di presenza maschile. Una stretta che fa il paio con lo stop all’accesso all’educazione per le ragazze a partire dalla scuola secondaria.

Giorno dopo giorno, nel nuovo Emirato islamico le donne sono sempre più nel mirino. Oltre 220 giudici hanno raccontato alla Bbc di vivere nascoste per paura di ritorsioni dopo aver fatto condannare negli anni scorsi centinaia di uomini per stupri, violenze e femminicidi: criminali che in molti casi sono stati rilasciati dai talebani. E da allora, contro le magistrate sono cominciate ad arrivare minacce di morte, costringendole a spostarsi ogni tre-quattro giorni. Intanto, la situazione nel Paese si fa sempre più caotica.

Secondo l’allarme lanciato alla Bbc da Syed Moosa Kaleem al-Falahi, ad della Banca islamica dell’Afghanistan, il sistema creditizio è vicino al collasso. “In questo momento – ha spiegato il banchiere – sono in corso enormi operazioni di prelievo”, e “la maggior parte delle banche non funziona e non fornisce servizi completi”. Una situazione drammatica per i milioni di afghani in povertà, aggravatasi con lo stop agli aiuti internazionali. Un ritorno sul terreno delle istituzioni europee è allo studio proprio per affrontare l’emergenza umanitaria.

“C’è già stata una missione esplorativa” Ue a Kabul “e ora saranno fatte le valutazioni” anche sotto il profilo della sicurezza per decidere se vi sia la possibilità di stabilirvi una presenza congiunta, spiegano da Bruxelles, precisando che ciò non comporterebbe alcun riconoscimento dei talebani.

Intanto, i talebani hanno annunciato di voler adottare “temporaneamente la Costituzione risalente al tempo del re Mohammad Zahir Shah”, risalente al 1964, eliminando però dal testo tutto ciò che confligge con la loro interpretazione della legge islamica, tra cui molto probabilmente il diritto di voto alle donne.

(di Cristoforo Spinella)/ANSA)

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