Lagarde: bene la ripresa, l’inflazione è temporanea

La presidente della Banca centrale europea Christine Lagarde . ANSA

BRUXELLES. – La ripresa economica europea prosegue a grandi passi, come ha dimostrato il primo semestre e come indicano i segnali del secondo, e anche se l’inflazione sale non bisogna spaventarsi perché il fenomeno continua ad essere temporaneo, destinato a terminare nel 2022.

La presidente della Bce Christine Lagarde, nel primo discorso al Parlamento europeo dopo la pausa estiva, rassicura gli eurodeputati preoccupati soprattutto dall’aumento dei prezzi e da quello delle bollette elettriche.

“L’inflazione nell’area dell’euro è salita al 3,0% ad agosto e prevediamo che aumenterà ulteriormente questo autunno. Tuttavia, continuiamo a considerare questi aumenti in gran parte temporanei”, ha detto la presidente della Bce descrivendo “una serie di fattori” che spingono l’inflazione.

In particolare si tratta del forte aumento dei prezzi del petrolio, dell’inversione della riduzione dell’Iva in Germania e delle pressioni sui costi a causa dalla temporanea carenza di materiali. “L’impatto di questi fattori dovrebbe dissiparsi nel corso del prossimo anno”, ha spiegato, in linea con le ultime previsioni della Bce, che indicano un’inflazione del 2,2% quest’anno, dell’1,7% nel 2022 e dell’1,5% nel 2023.

Lagarde non ha comunque nascosto come ci siano “alcuni fattori che potrebbero portare a pressioni sui prezzi più forti di quanto attualmente previsto”.

Tra questi, la possibilità che la carenza di materie prime e attrezzature sia “più persistente” delle previsioni, o che un’inflazione a lungo protratta su livelli alti “si traduca in maggiori richieste salariali”. Ma non è questo il caso adesso. “Vediamo segni limitati di questo rischio per ora, il che significa che il nostro scenario di base è ancora un’inflazione che rimane al di sotto del nostro obiettivo di medio termine”, cioè al di sotto del 2%, ha rassicurato la presidente.

I prezzi non sono quindi un ostacolo alla ripresa della zona euro, che è “evidente” come sia “sempre più avanzata”, grazie alle campagne di vaccinazione, e alla ripresa dell’attività economica, in particolare nel settore dei servizi, che è stato “il più colpito” durante la crisi. “Di conseguenza, l’economia dell’area dell’euro è rimbalzata del 2,2% nel secondo trimestre dell’anno, più di quanto previsto”.

Un trend che non si arresterà. “Prevediamo che la forte crescita continui nella seconda metà del 2021, consentendo alla produzione dell’area dell’euro di superare il livello pre-pandemia entro la fine dell’anno”.

I livelli di Pil del 2019 sono quindi alla portata di tutti, prima del previsto. E tutto sembra confermare le ultime proiezioni della Bce, che indicano una crescita del 5% nel 2021, moderata poi al 4,6% nel 2022 e stabilizzata al 2,1% nel 2023.

Certamente, però, c’è sempre da tenere conto dell’andamento dei contagi da Covid. Le prospettive economiche “rimangono incerte e dipendono fortemente dall’evoluzione della pandemia”, sebbene i rischi siano “equilibrati”, sottolinea Lagarde.

Un timore più concreto viene invece dall’aumento dei prezzi dell’energia. Rispondendo agli eurodeputati che le chiedevano come intervenire, ha ammesso che “chiaramente è stata una preoccupazione nelle scorse settimane e continuerà ad esserlo nelle prossime, perché i fattori da cui dipendono non sono collegati alla politica monetaria ma, ad esempio, da molti fattori legati al cambiamento climatico”.

La presidente ha citato tra i principali fattori responsabili dell’aumento delle bollette “il fatto che il vento non fosse così forte e non abbia prodotto energia eolica durante l’estate, e il fatto che abbiamo avuto massicce ondate di calore, in particolare nel Sud Europa, che hanno intaccato le riserve” di elettricità. Per Lagarde però “è un problema delle autorità fiscali nazionali”, che dovrebbero coordinarsi a livello europeo.

(di Chiara De Felice/ANSA).

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