Un altro femminicidio scuote Londra, bufera sulla polizia

Una stazione a Londra.
Una stazione a Londra. (ANSA)

LONDRA. – Cinque minuti di tragitto da casa verso un pub per scomparire nel nulla, meno di 24 ore per essere ritrovata cadavere in un parco. E’ il destino toccato all’ultima donna caduta sotto i colpi di quella che alcuni esponenti politici britannici indicano ormai come “l’epidemia” di femminicidi abbattutasi in questi mesi sul Londra e su altre mcittà del Regno Unito.

Questa volta il nome della vittima è Sabina Nessa, un’insegnante di 28 anni, una bella ragazza di radici familiari asiatiche amata a casa come a scuola, il cui corpo è stato rinvenuto senza vita sabato 18 settembre a Cator Park, nell’area di Kidbrooke (Greenwich), a sud-est della metropoli. I colleghi – riportano i media – la piangono increduli, al pari dei suoi studenti; i genitori (cuochi in un ristorante indiano della zona) “sono inconsolabili”.

La donna sarebbe stata uccisa da “uno sconosciuto” stando alle ipotesi investigative avanzate oggi durante una conferenza stampa tenuta 5 giorni dopo il ritrovamento: probabilmente la sera stessa di venerdì 17, dopo che se ne erano perse le tracce verso le 20,30 mentre andava al pub per incontrare amici. I vertici della polizia londinese si erano impegnati proprio questa settimana a concentrare di più la loro attenzione sulle indagini relative alle violenze contro le donne.

Ma nel briefing odierno il capo detective Trevor Lawry ha minimizzato l’accaduto come qualcosa d’isolato nel panorama generale della città,  dicendosi convinto che la strade di Londra siano nel complesso “sicure per le donne”. Parole destinate a rianimare inevitabilmente l’ira di molti e soprattutto di molte sulle negligenze imputate a più riprese nei mesi scorsi alle forze dell’ordine e culminate in un appello recente – non accolto – di non confermare alla guida di Scotland Yard la contestata Cressida Dick, peraltro prima comandante donna della Metropolitan Police.

Tanto più che lo stesso sindaco di Londra, il laburista Sadiq Khan, ha invece riconosciuto stamattina l’allerta femminicidi come una piaga “epidemica” in troppe città britanniche.

Attiviste di vari movimenti femministe si sono date intanto appuntamento per una veglia di protesta domani in memoria della giovane insegnante uccisa.

Un raduno non solo autorizzato, ma a cui la polizia ha promesso di aderire, quasi a voler cercare di limitare l’impatto di nuove polemiche che sul caso Nessa si colorano del resto di un sospetto in più nelle reazioni di parte della famiglia, degli amici, del mondo delle minoranze etniche: dove non manca chi pensa che la sua vicenda, arrivata in prima pagina a scoppio ritardato, abbia richiamato una minore attenzione iniziale rispetto all’orrore suscitato ad esempio a marzo dalla morte della 33enne Sarah Everard (rapita in un quartiere residenziale e poi uccisa proprio da un poliziotto, Wayne Couzens) solo per un fatto di pelle. Perché quella di Sabina “non era bianca”.

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