Roma prepara il G20 sull’Afghanistan, Draghi sente Putin

NEW YORK.  – L’Italia cerca di chiudere il cerchio per il G20 straordinario sull’Afghanistan proposto come presidente di turno di questo forum, una videoconferenza tra capi di Stato e di governo che dovrebbe tenersi dopo l’assemblea generale dell’Onu, dove giovedì sera (la notte in Italia) è atteso il video messaggio di Mario Draghi.

Il premier ha telefonato al leader del Cremlino Vladimir Putin poche ore prima che il capo della diplomazia Luigi di Maio presiedesse a New York un incontro tra i ministri degli Esteri del G20 in vista dell’organizzazione del vertice. Nel loro colloquio, il secondo dopo quello del 19 agosto, Draghi e lo zar hanno parlato della preparazione del G20 di fine ottobre a Roma e della situazione in Afghanistan, con ogni probabilità anche del summit straordinario su questo Paese, cui Mosca si era già detta favorevole.

I due leader, secondo il Cremlino, “hanno ribadito il loro impegno all’interazione con l’obiettivo di prevenire il rischio della diffusione del terrorismo, dell’estremismo e dei crimini legati alla droga” e hanno “ribadito l’importanza di sviluppare il dialogo inter-afghano, tenendo conto degli interessi di tutti i gruppi della popolazione”.

Particolare attenzione è stata data inoltre “al tema della ricostruzione postbellica dell’Afghanistan, anche in relazione alle attività del G20”. Putin ha inoltre informato Draghi “sugli accordi raggiunti durante le riunioni dell’Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva e dell’Organizzazione di Cooperazione di Shanghai a Dushanbe”, il 16 e 17 settembre scorso, così come della “riunione congiunta dei leader degli Stati membri delle due organizzazioni”.

La telefonata segue quella fatta due settimane fa al presidente cinese Xi Jinping, che sostiene la presidenza italiana del G20 e la sua “promozione attiva della cooperazione globale” in termini di “salute pubblica e cooperazione economica”, ma non ha ancora espresso un’adesione convinta al G20 straordinario sull’Afghanistan. Russia e Cina restano due potenze chiave per il futuro di quel Paese e si stanno muovendo in modo coordinato dopo il vuoto lasciato dal caotico ritiro americano, come confermano anche gli incontri a Kabul dei loro inviati speciali (insieme a quello del Pakistan) con funzionari governativi ad interim afghani.

E Draghi ritiene indispensabile un loro coinvolgimento, seguendo un approccio multilaterale globale.

Di Maio, che ha co-presieduto con il collega francese anche un incontro sulla Libia, ha già confermato in un’intervista a Repubblica che il vertice si farà. E l’incontro ministeriale da lui presieduto a margine dell’assemblea generale dell’Onu, compresi i rappresentanti di Mosca e Pechino dopo lunghi negoziati, è letto come un ulteriore passo nella giusta direzione.

Alla riunione sono state invitate anche le agenzie dell’Onu e le istituzioni finanziarie più coinvolte nella crisi afghana. Tra le priorità, come Di Maio aveva già ammonito, evitare una crisi economica e alimentare con l’arrivo dell’inverno che potrebbe causare una “catastrofe umanitaria” e alimentare nuovi flussi migratori.  Ma anche la ricostruzione e la tutela dei diritti umani (a partire da quelli delle donne) minacciati dai talebani, che ora chiedono pure la ribalta dell’Onu.

Intanto sull’Afghanistan si riuniscono anche i cinque membri permanenti del consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, rappresentati dai ministri degli Esteri, tutti in presenza tranne quello cinese.

(dell’inviato Claudio Salvalaggio/ANSA)

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