Spagna: il corpo di un bimbo migrante sulla spiaggia

Migranti soccorsi davanti alle coste spagnole. Archivio. (ANSA)

MADRID.  – Non si ferma la tragedia dei migranti nel Mediterraneo. Un bimbo, di 3-4 anni, è stato trovato senza vita in riva al mare, sulle spiagge spagnole di Almeria, riportando alla mente il piccolo Alan Kurdi, il bambino siriano annegato 6 anni fa sulle coste turche e divenuto un simbolo della crisi europea dell’immigrazione.

Il piccolo, ormai senza vita, è stato individuato nella tarda serata di lunedì sulla spiaggia di Puerto Rey a poca distanza dal cadavere di una donna e di altre sei vittime, rinvenute nelle ultime 48-72 ore nella stessa zona costiera, secondo quanto confermato all’ANSA dalla Guardia Civil spagnola.

Gli accertamenti sono ancora in corso ma non mci sono molti dubbi sul fatto che si tratti di migranti, probabilmente salpati dall’Algeria, punto di partenza di una rotta migratoria particolarmente battuta nelle ultime settimane: sono almeno 376 le persone arrivate via mare e assistite dalla Croce Rossa di Almería nell’ultimo weekend, secondo quanto reso noto dai media locali.

Più difficile, al momento, è invece stabilire se le otto vittime (quattro uomini, tre donne ed il bambino) fossero compagne nello stesso viaggio: le indagini sui ritrovamenti dei mcadaveri rimangono aperte e i risultati delle autopsie non sono ancora stati resi noti. La Guardia Civil afferma inoltre di non aver rilevato di recente naufragi di migranti attraverso i mpropri sistemi radar. Per ora non sono ancora confermate ufficialmente nemmeno le identità e le nazionalità dei deceduti.

Il giornale locale La Voz di Almería afferma che si tratta di persone di origine nordafricana. Morte in una zona di costa, aggiunge la stessa testata, dove spesso gli scafisti abbandonano i migranti prima di toccare terra per poter ripartire velocemente verso l’Algeria, sfuggendo ai controlli delle autorità spagnole.

A rendere complesso ottenere più dettagli su questo caso si aggiunge il fatto che la rotta algerina è di per sé particolarmente “invisibile”, spiega all’ANSA l’attivista Helena Maleno, esperta di flussi migratori verso la Spagna: a differenza di altre rotte, infatti, per le ong è più difficile ricostruire quanti migranti partono verso le coste iberiche e quanti risultano dispersi, perché spesso migranti e familiari preferiscono non segnalare la loro partenza. Quel che è certo è che molti sono disposti a viaggi sempre più pericolosi. “Adesso azzardano tragitti più lunghi, anche verso le isole Baleari”, aggiunge Maleno.

(di Francesco Rodella/ANSA)

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