Continua crescita lavoro ma vince quello a termine

Manifestazione sul lavoro. Immagine d'archivio.
Manifestazione sul lavoro. Immagine d'archivio. (Ansa)

ROMA. – L’economia tira e anche il lavoro continua a crescere: nel secondo trimestre 2021, posti di lavoro e occupazione mostrano una netta crescita, sia rispetto al trimestre precedente che nei confronti del 2020, ma l’aumento riguarda soprattutto i contratti a termine.

A confermare il trend, già evidenziato nei giorni scorsi, sono i numeri della Nota trimestrale sulle tendenze dell’occupazione pubblicata da Istat, ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, Inps, Inail e Anpal che certificano un lento ritorno verso la situazione prepandemia con un mercato del lavoro sempre più caratterizzato dai contratti a termine.

Altro fenomeno che ha caratterizzato il trimestre, il crollo dei contagi sul luogo di lavoro (4mila contro i 23mila del trimestre precedente) con il contemporaneo netto incremento delle denunce da infortunio “tradizionale” (circa 40 mila in più) rispetto ad un 2020 condizionato, dalle chiusure di molte attività e dalle limitazioni alla circolazione stradale.

Nel complesso, gli infortuni sul lavoro denunciati all’Inail nel secondo trimestre del 2021 sono stati 119 mila quasi 25 mila denunce in più (+26,5%) rispetto all’analogo trimestre del 2020.

In dettaglio per quanto riguarda i posti di lavoro, nel secondo trimestre del 2021 (che si distingue comunque dagli altri per l’abbondanza di lavori stagionali durante il periodo estivo) si è registrata una crescita di posizioni lavorative dipendenti (+153 mila unità), con un rallentamento dell’aumento di quelle a tempo indeterminato (+42mila) e una ripresa delle posizioni a tempo determinato (+111 mila).

Sia nel confronto trimestrale che annuo si rileva una ripresa delle posizioni a tempo determinato, che comprendono anche gli stagionali: +111 mila rispetto al primo trimestre dell’anno, quando erano -71 mila, e +394 mila su base annua mentre erano -31 mila nel primo trimestre 2021.

Il 35,1% delle posizioni lavorative attivate a tempo determinato ha una durata prevista fino a 30 giorni (+9,2 punti rispetto al secondo trimestre 2020), il 37,3% da due a sei mesi (-1,8 punti in un anno) e lo 0,6% supera un anno. Nel complesso, “la quota delle durate brevi sul totale dei contratti a termine attivati nel trimestre è sensibilmente aumentata rispetto al 2020, tornando più simile ai valori precedenti la pandemia”.

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