Allarme materie prime: “Il 21% di aziende a rischio”

Effetto Covid: scarseggiano materie prime.
Effetto Covid: scarseggiano materie prime.

ROMA. – L’aumento dei prezzi e la scarsità delle materie prime sono la “maggiore preoccupazione” delle aziende metalmeccaniche, il cui 21% teme la chiusura. Un fattore di incertezza che può “mettere a rischio” la ripresa: nel secondo trimestre del 2021 la produzione è tornata ai livelli pre-covid.

A lanciare l’allarme è Federmeccanica nella 159° indagine congiunturale sull’industria metalmeccanica italiana, che registra nel secondo trimestre una crescita della produzione del 2,1% sul trimestre precedente e del 47% su anno (ma il dato risente del lockdown 2020); confrontando il periodo aprile-giugno di quest’anno con gennaio-febbraio 2020, la crescita è dell’1,5%.

Secondo quanto emerge dall’indagine, il 93% delle imprese intervistate ha risentito del rincaro dei prezzi di metalli e semilavorati in metallo, rispetto al precedente 84%. Il 72% dichiara difficoltà di approvvigionamento, dovute principalmente alla loro scarsità e al significativo allungamento dei tempi di consegna. Da ciò potrebbe derivare un’interruzione dell’attività produttiva nel 21% delle imprese rispetto al precedente 14%. Due imprenditori su tre (64%), inoltre, ritengono che la tendenza rialzista dei prezzi potrebbe durare anche nei prossimi mesi.

L’approvvigionamento e il rincaro delle materie sono “un vero disastro”, ha commentato il presidente di Federmeccanica Federico Visentin, e questo costituisce uno degli “elementi di incertezza che possono mettere a rischio questo momento di ripresa”. Complessivamente, nel primo semestre la crescita dei volumi su base annua è del 29,9%, sostanzialmente in linea con i primi sei mesi del 2019 (-0,8%).

Dall’indagine emergono prospettive di ulteriori recuperi di attività produttiva nel breve periodo, sebbene permanga un clima d’incertezza connesso all’evoluzione pandemica alla dinamica dei prezzi delle materie prime e alla loro disponibilità. Secondo Visentin occorre intervenire con strumenti che abbiano un “effetto immediato, come gli incentivi per il 4.0 e le azioni da mettere in campo per la carenza (e l’eccessivo costo) delle materie prime”.

(Valentina Accardo/ANSA)

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