Piano lavoro per 3 milioni di persone, anche con Reddito cittadinanza

Uno stabilimento tessile
Uno stabilimento tessile

ROMA. – Un piano per l’occupazione rivolto ad almeno 3 milioni di persone, entro il 2025, che siano disoccupati, donne, giovani Neet o anche percettori del Reddito di cittadinanza.

La riforma delle politiche attive punta sul programma Gol (Garanzia di occupabilità dei lavoratori) strutturando un percorso verso l’impiego, fatto di formazione, riqualificazione professionale, per l’inserimento o la ricollocazione al lavoro, e lega il nuovo strumento al Rdc.

Perché l’aiuto economico – che il governo non intende superare ma rivedere -, per le persone occupabili, sia collegato con maggiore efficacia al mondo del lavoro. Le misure di Gol ne rappresenteranno una condizione.

Il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Andrea Orlando, illustra alle parti sociali i punti principali della riforma delle politiche attive, il cui perno è il programma Gol, a cui sono destinati 4,9 miliardi di euro (4,4 miliardi nel Pnrr, 500 milioni nel React-Eu), accompagnato dal Piano per le nuove competenze (Pnc) e necessariamente dal rafforzamento dei Centri per l’impiego e del sistema duale.

Piano che ad inizio agosto aveva presentato alle Regioni, chiamate ad adottare i piani per la piena attuazione di Gol, oltre che per il potenziamento dei Centri.

Il ministro parla di “un importantissimo strumento, di un piano che consentirà di rafforzare i Centri per l’impiego, di migliorare le politiche attive del lavoro, di aiutare i lavoratori a cercare e a difendere il lavoro, le imprese a riqualificare la manodopera, a migliorare la competitività del Paese e la tenuta sociale”.

L’auspicio è che il programma Gol possa “entrare in funzione prima dell’autunno, in una fase nella quale ci sarà particolare esigenza di disporre di queste risorse anticipando un po’ le scadenze del Pnrr”, dice lo stesso Orlando, ricordando che il “telaio” è già definito con il Pnrr.

L’adozione dei decreti interministeriali per l’approvazione di Gol e Pnc è infatti fissata entro il 2021. Il 31 ottobre scade il secondo blocco dei licenziamenti per le piccole imprese e il terziario.

Alla riforma delle politiche attive è strettamente connessa quella degli ammortizzatori sociali: le due riforme devono essere “in sintonia”, sottolinea il ministro, indicando anche che c’è la “raccomandazione” a “far discendere le scelte sugli ammortizzatori sociali dalle politiche attive”.

Di almeno 3 milioni di beneficiari del programma Gol, in base ai target del Pnrr, almeno il 75% deve essere rappresentato da donne, disoccupati di lunga durata, persone con disabilità, giovani under 30, lavoratori over 55. Inoltre, almeno 800 mila dei 3 milioni devono essere coinvolti in attività di formazione, di cui 300 mila per il rafforzamento delle competenze digitali.

Nello specifico, Gol prevede percorsi ad personam o di gruppo nei casi di crisi industriali. Si rivolge alle persone beneficiarie di un ammortizzatore sociale o del Reddito di cittadinanza, oltre che giovani Neet, persone con disabilità e altre persone in condizione di fragilità nella ricerca del posto di lavoro. Per ciascuno, è appunto previsto un percorso appropriato alle caratteristiche personali e alla situazione del mercato del lavoro locale.

Se la persona è fácilmente ricollocabile scatteranno gli interventi per accompagnarla ad un nuovo lavoro, altrimenti verrà indirizzata alle attività di formazione: di upskilling o reskilling. Percorsi ad hoc, inoltre, nei casi che incrociano  l’esigenza di inserimento sociale o di conciliazione tra lavoro e famiglia, per esempio per le madri single.

Giudizio positivo viene espresso dai sindacati sul confronto e sull’impianto della riforma. “Un incontro positivo e utile”, dice il segretario generale Cisl, Luigi Sbarra, che tuttavia chiede di accelerare sulla operatività delle misure.

Tra le richieste, quella di creare un sistema informativo unico, per la domanda e offerta, e superare i “ritardi” nelle assunzioni nei Centri per l’impiego, come rimarca il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri. Il confronto “dovrà essere connesso alla discussione sulla riforma degli ammortizzatori sociali, che speriamo possa proseguire nei prossimi giorni”, afferma la Cgil.

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