Coronavirus in Italia: quasi 6.000 casi, situazione incerta

Persone sedute su un muretto dal Pincio su Roma.
Persone sedute su un muretto dal Pincio su Roma. ANSA/ANGELO CARCONI

ROMA. – E’ una situazione incerta, quella dell’epidemia di Covid-19 in Italia, sostanzialmente stabile, ma che lascia intravedere i primi segnali di una possibile frenata della curva della discesa dei contagi. E’ presto, secondo gli esperti, per individuare una tendenza, mentre un dato certo arriva dall’analisi dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas), che indica un aumento della percentuale di posti letto in terapia intensiva in Basilicata (5%), Calabria (9%), Toscana (10%) e nella provincia autonoma di Bolzano (8%).

I dati del ministero della Salute indicano che i nuovi casi positivi sono stati 5.923 in 24 ore, contro i 4.720 del giorno precedente. Sono stati identificati con 301.980 test, fra molecolari e antigenici rapidi, contro i 318.865 del giorno precedente. Di conseguenza il tasso di positività risulta essere dell’1,96%, rispetto all’1,5% di 24 ore prima; risulta invece del 4,3% considerando il rapporto fra il totale dei casi e i soli tamponi molecolari, secondo i calcoli del sito CovidTrends.

I dati del ministero della Salute indicano inoltre che i decessi sono stati 69 contro i 71 del giorno precedente. Quanto ai ricoveri, sono 564 quelli nelle unità di terapia intensiva, 1 in più rispetto al giorno prima nel saldo tra entrate e uscite, e i nuovi ingressi giornalieri sono stati 38. I ricoveri nei reparti ordinari sono stati 4.235, 72 in meno in 24 ore.

Per quanto riguarda l’incremento dei casi nelle regioni, il ministero della Salute indica che ancora una volta è la Sicilia a registrare il valore più alto, con 877 nuovi casi in 24 ore; seguono Veneto (705), Lombardia (655), Campania (634), Toscana (408),Lazio (372) ed Emilia Romagna (337).

“In questo momento c’è una sorta di saturazione”, ha detto all’ANSA il fisico teorico Enzo Marinari, dell’Università Sapienza di Roma. “Si comincia a vedere una prima piccola discesa dei positivi, che speriamo in futuro possa essere significativa. Sono segnali molto deboli. Finora abbiamo osservato una lenta salita della curva epidemica, quindi il raggiungimento di un plateau e poi una flessione”.

E’ una “situazione delicata – ha aggiunto – nella quale intravediamo un segnale positivo e nella quale il vaccino sta giocando un ruolo, confinando il virus in spazi di popolazione ristretti”.

Annunciano invece una possibile frenata della discesa dei casi i calcoli del matematico Giovanni Sebastiani, dell’Istituto per le Applicazioni del Calcolo ‘M.Picone’, del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr). “Da quattro giorni si osserva una frenata della discesa sia dell’incidenza dei positivi totali che della percentuale dei positivi ai test molecolari”, rileva.

“Come previsto, la curva media degli ingressi giornalieri in terapia intensiva ha seguito quella dell’incidenza, ha raggiunto un massimo e ora è in discesa e a breve dovrebbe iniziare a frenare”. Un discorso “quasi identico”, ha detto ancora il matematico, vale per la curva media dei decessi. Quest’ultima è “di qualche giorno in ritardo rispetto a quelle degli ingressi in terapia intensiva”.

Sui ricoveri nelle terapie intensive, infine, i dati del monitoraggio di Agenas indicano che oltre ai ricoveri in aumento in Basilicata, Calabria, Toscana e nella Bolzano, si registra invece una flessione in Campania (dove torna al 4%), in Puglia (al 5%) e in Sardegna, dove scende al 14% pur restando oltre la soglia limite del 10%. L’occupazione dei posti letto nei reparti di area non critica aumenta nella provincia autonoma di Trento (arrivando a 4%) e in Umbria (8%); scende invece in Sicilia, tornando al 22%, comunque oltre la soglia limite del 15%.

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