Costruzioni senza manodopera, rischiano opere Pnrr

Cantieri: un ingegnere controlla i piani delle costruzioni, sullo sfondo gru.
Un ingegnere controlla i piani delle costruzioni, sullo sfondo gru.

ROMA. – I soldi per la ripresa ci sono ma potrebbero non esserci abbastanza braccia. Sull’avvio delle opere del Piano di ripresa e resilienza si allunga l’ombra della mancanza di manodopera.

Ad agosto – secondo la statistica flash pubblicata dall’Istat per misurare la fiducia delle imprese – sono aumentate le imprese di costruzioni che lamentano difficoltà nel reperimento di manodopera al livello più alto almeno negli ultimi 10 anni.

La quota delle imprese  di costruzioni ostacolate nell’attività dalla scarsità di manodopera è salita dal 5,5% al 7,5% (era lo 0,7% ad agosto 2020) mentre si è ridotta al 16,2% quella delle imprese che sono ostacolate dall’insufficienza della domanda (era al 17,7% a luglio e al 28,8% ad agosto 2020).

Dati questi che non sorprendono l’Ance che nelle scorse settimane ha lanciato l’allarme sulle difficoltà di reperimento e sulla possibilità che la situazione diventi “critica” nei prossimi mesi.

Nei giorni scorsi anche il ministro delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibile, Enrico Giovannini aveva parlato del “rischio di non trovare sufficienti operai” soprattutto nel msettore delle costruzioni sottolineando la necessità di dare ” retribuzioni adeguate”

Secondo il sistema informativo Excelsior del ministero del Lavoro ad agosto erano previste in tutti i comparti del settore privato 256.820 assunzioni con una difficoltà di reperimento delle figure necessarie del 32,7%. Ma la percentuale di difficoltà sale al 45% per gli operai specializzati ed arriva al 60,6% se si cercano “artigiani e operai specializzati addetti alle rifiniture delle costruzioni .

Se si guarda alle professioni con maggior difficoltà di reperimento per i giovani  gli “operai specializzati nell’edilizia e nella manutenzione degli edifici ” sono al terzo posto  con il 55% dei lavoratori richiesti “introvabili” (1.530 su 2.770 nel mese).

Sicuramente la scarsità è dettata dall’aumento della richiesta complice il bonus 110% e l’avvio delle opere per il Pnrr, ma il problema è legata anche alla scarsità dell’offerta di lavoro, ovvero allo scarso appeal per i giovani per un lavoro faticoso, a volte pericoloso e con paghe considerate inadeguate rispetto all’attività.

“I salari sono bassi – sottolinea il segretario generale della Fillea, Alessandro Genovesi –  “e questo è legato al sotto inquadramento. Nell’edilizia è al 53%, al doppio rispetto agli altri settori. Se sono piastrellista e vengo inquadrato come manovale prendo uno stipendio di 1.300/1.400 euro invece che uno di 1.900/2000. Il 76% della categoria è inquadrato come manovale, ci sono molti lavoratori con esperienza ventennale, non si applica il contratto correttamente”.

“C’è poi – aggiunge – un tema di formazione. Sono andati in pensione in questi anni decine di migliaia di lavoratori specializzati del settore, carpentieri, gruisti, coimbentisti, ma non ci sono abbastanza giovani formati. Ci vorrebbe un piano straordinario per formare 70.000/80.000 giovani che servono entro il 2022”.

Il problema del reperimento della manodopera non riguarda solo le costruzioni ma molti dei lavori faticosi come quelli agricoli per i quali la Confagricoltura ha chiesto nei giorni scorsi di emanare un nuovo decreto flussi.

Il tema si incrocia poi con le possibili modifiche al Reddito di cittadinanza e sui percorsi di inserimento al lavoro per evitare che il sussidio spiazzi il lavoro e non diventi di fatto una motivazione per accettare un’attività in nero.

(di Alessia Tagliacozzo/ANSA).

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