Ponte aereo senza sosta, altri 400 afghani in Italia

Afghanistan, Il volo della speranza delle due bambine che guardano dall'oblò.
Afghanistan, Il volo della speranza delle due bambine che guardano dall'oblò. 19 agosto 2021. (Ufficio Stampa Ministero della Difesa)

ROMA. – Due bambine, una con il capo coperto, che si abbracciano e guardano fuori dall’oblò del C130 dell’Aeronautica militare che le porta lontano dall’inferno afghano, al sicuro: è forse questa l’immagine simbolo del ponte aereo che il Governo italiano ha organizzato e sta portando avanti da giorni per mettere in salvo, oltre ai connazionali, anche e soprattutto quei cittadini afgani che hanno collaborato in varie forme con la nostra ambasciata e le nostre forze armate e che ora sono in pericolo. Loro e le loro famiglie.

Il ponte aereo, coordinato dal Comando di vertice interforze del generale Luciano Portolano, prosegue ormai da giorni con una certa regolarità, nonostante sia necessario comunque uno screening del personale da imbarcare e tenuto conto che la situazione in aeroporto resta caotica e pericolosa.

Lo conferma Alberto Zanin, coordinatore medico di Emergency a Kabul, secondo il quale “in città non si registrano ora combattimenti aperti, ma rimane alta la tensione all’interno dell’aeroporto: nel corso della mattinata abbiamo già ricevuto due pazienti con ferite da proiettile provenienti da lì”.

In questo contesto difficile, gli uomini della Difesa e il personale diplomatico fanno quello che possono per sfoltire il lungo elenco di afghani che hanno chiesto, ed ottenuto, di essere portati via dal Paese. Oggi alle 12.40 è atterrato a Fiumicino il Boeing KC767 dell’Aeronautica proveniente dal Kuwait con 202 afghani evacuati mercoledì da Kabul con due C130.

Come da prassi, subito dopo lo sbarco si è svolta per tutti la procedura di profilassi sanitaria anti Covid all’interno del Terminal 5, decentrato e sorvegliato dalle forze dell’ordine. Gli afghani hanno quindi lasciato lo scalo romano a bordo di pullman dell’Esercito per essere trasferiti in strutture a loro dedicate.

I racconti di chi sbarca sono, purtroppo, sempre gli stessi. “Per l’Afghanistan non vediamo futuro, non c’è speranza”, dice un uomo. “Siamo saliti sull’aereo inseguiti dalla paura che ci catturassero i Talebani, dovevamo uscire dal Paese. Ora temiamo per i nostri familiari rimasti lì”.

A bordo anche l’attivista per i diritti umani Zahra Ahmadi, che affida al fratello Ahmed i suoi pensieri: “Sono felice ma al tempo stesso soffro per il mio Paese. La nostra speranza – gli ha detto piangendo – è morta”. “Da parte mia – ha affermato il fratello – ho cercato di confortarla. Le ho detto di non preoccuparsi perché insieme faremo rinascere quella speranza, nonostante oggi ci sia totale disperazione in Afghanistan. Questo dovrebbe essere un giorno speciale, ma non è così: una parte di me sta ballando, l’altra è in lutto perché Zahra è una sola ma, così come lei, ci sono 16 milioni di donne. Se poi aggiungiamo i bambini, il numero raddoppia”.

Dall’aereo sbarcano anche 34 persone, tra cui otto dottoresse, che lavorano presso il centro della Fondazione Veronesi ad Herat: dal 2013 questa struttura per la cura del tumore al seno ha visitato quasi 10.000 donne. Ora il centro è chiuso e questa “è una grave perdita per il Paese”, dice Monica Ramaioli, direttore generale della Fondazione Umberto Veronesi.

I quattro C130 che fanno la spola tra Kabul e Kuwait City, dove sono schierati i quattro KC767 che trasportano i profughi in Italia, volano senza sosta. Stamani alle 8 ne è decollato uno che ha evacuato 99 afghani, poche ore prima un altro con a bordo 95 persone. Tutte arriveranno in Italia in queste ore, mentre altri due C130 torneranno a Kabul per ripetere l’operazione.

Nel corso della sola giornata di oggi sono dunque circa 400 i profughi portati al sicuro, che si vanno a sommare alle altre centinaia trasferite dall’Afghanistan a partire dal giugno scorso quando, con l’operazione Aquila 1, furono evacuati 228 afghani tra ex collaboratori del contingente italiano e loro collaboratori.

“La Farnesina continua il proprio impegno con operazioni di rimpatrio, rivolgendo un’attenzione speciale a chi ha collaborato per l’Italia e a chi è minacciato, come donne e giovani”, scrive il ministero degli Esteri in un tweet accompagnato dalla foto di Zahra Ahmadi insieme al console italiano Tommaso Claudi, prima della partenza dall’aeroporto di Kabul.

L’evacuazione degli afghani, e più in generale la situazione incandescente nel Paese islamico, implica anche possibili ripercussioni sul versante della sicurezza. E’ per questo che la vigilanza degli 007 è alta e che il Copasir, il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, ha avviato una serie di audizioni sul tema. Così, dopo aver sentito la responsabile del Dis, Elisabetta Belloni, tornerà a riunirsi domani per l’audizione del ministro degli Esteri Luigi Di Maio, mentre lunedì sarà ascoltato il direttore dell’Aise, il generale Giovanni Caravelli.

(di Vincenzo Sinapi/ANSA)

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