Ondata record migranti in Usa, mai così da 21 anni

Migrantes latinomericanos en la frontera México-EEUU. ANSA/EPA/JOEBETH TERRIQUEZ

NEW YORK. – Ondata di migranti record al confine col Messico. E se ad agitare le ultime notti di Joe Biden è il caso Afghanistan, la questione immigrazione si conferma una delle maggiori spine per la Casa Bianca.

A ribadire la magnitudo del problema sono gli ultimi dati  forniti dalla U.S. Customs and Border Protection, secondo cui a luglio un numero “senza precedenti” di migranti è stato intercettato mentre cercava di attraversare illegalmente la frontera meridionale degli Stati Uniti.

Si tratta di cifre che non si vedevano da 21 anni. Per la prima volta dal 2000, infatti, sono stati superati i 200 mila arresti al confine, con un aumento del 12% rispetto al mese precedente. Peraltro, il numero va in direzione opposta alle tradizionali tendenze stagionali, che in genere vedono meno clandestini tentare il pericoloso viaggio al culmine della calura estiva.

Tra i 212.672 migranti presi in custodia negli Stati Uniti a luglio c’erano circa 19.000 minori non accompagnati, un numero quasi pari al record stabilito a marzo scorso. Mentre 82.966 sono stati i genitori e figli che hanno attraversato il confine insieme come famiglie, il secondo totale più alto di sempre, con un balzo significativo da giugno.

E i dati dell’agenzia di frontiera includono solo il numero di arresti, mentre non tengono conto delle persone che hanno attraversato il confine senza essere fermate, in genere adulti single in cerca di lavoro che non intendono chiedere asilo.

“Stiamo incontrando un numero senza precedenti di migranti sul nostro confine meridionale”, ha ammesso il segretario alla sicurezza interna Alejandro Mayorkas durante una conferenza stampa in Texas.

“La situazione alla frontiera è una delle sfide più difficili che dobbiamo affrontare”, ha aggiunto, spiegando tuttavia che il piano dell’amministrazione Usa prevede di affrontare le cause profonde della migrazione, creare percorsi legali per i migranti per entrare negli Usa, migliorare la sicurezza e il trattamento alla frontiera e intraprendere azioni contro i trafficanti.  “Abbiamo un piano. Lo stiamo eseguendo e questo richiede tempo”, ha precisato Mayorkas.

Gli ultimi sei mesi, però, hanno segnato il periodo più lungo nella storia recente in cui gli attraversamenti mensili sono rimasti vicini o superiori a quota 100.000, un ritmo inesorabile che ha messo a dura prova il sistema dell’immigrazione americana, rappresentando una delle più grandi sfide politiche per l’amministrazione Biden.

E anche in questi mesi di caldo estremo, al contrario di quanto previsto dai funzionari del presidente, il volume di persone che tenta di attraversare il confine non accenna a diminuire.

Gli arrivi dei migranti negli Usa erano invece calati notevolmente durante la fase iniziale della pandemia di Covid, ma sono poi tornati ad aumentare nelle seconda metà del 2020, ed hanno subito un’impennata in seguito all’insediamento di Biden alla Casa Bianca.

Il 46esimo presidente americano ha fatto della promessa di cancellare la tolleranza zero del suo predecessore Donald Trump uno dei punti di forza della sua campagna elettorale, ma ha più volte rischiato l’effetto boomerang, con un’ondata di clandestini partiti dai paesi del Centro America dalla fine dell’anno scorso seguendo le sue assicurazioni di leggi più umane e tolleranti.

(di Valeria Robecco/ANSA).

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