Scarcerato l’erede Samsung, fa l’inchino e va via in limo

Lee Jae-Yong vice Ceo di Samsung Group.
Lee Jae-Yong Ceo di Samsung Group. Archivio.ANSA/ EPA/KIM MIN-HEE / POOL

ROMA. – Facendo sfoggio di grande umiltà, o nel rispetto di uno stile tutto orientale, l’erede dell’impero Samsung, Lee Jae-yong – 202mo nella classifica degli uomini più ricchi al mondo –  è uscito in libertà condizionata dal carcere dove era stato rinchiuso con un condanna a due anni e mezzo di reclusione, per corruzione.

“Sono sinceramente dispiaciuto per quanto è accaduto”, ha affermato, aggiungendo di essere consapevole di aver “causato troppa preoccupazione alla gente”. Quindi, si è inchinato ai giornalisti, che lo attendevano fuori dall’istituto di pena, nei pressi di Seul, ed è salito a bordo di una limousine nera, e si è allontanato velocemente.

La svolta per Lee è  maturata nel mezzo della carenza globale di microchip, di cui Samsung è  tra i leader mondiali.

La decisione è stata presa dall’apposito comitato ministeriale sui requisiti dei detenuti sul beneficio della libertà  vigilata, tra cui l’aver scontato il 60% della pena.

Vicepresidente di Samsung Electronics, Lee Jay-yong, che secondo Forbes dispone di un patrimonio netto di 11,4 miliardi di dollari, è finito in carcere una seconda volta a gennaio, per scontare la pena a 30 mesi di prigione decisa dall’Alta Corte di Seul, in un nuovo processo disposto sul caso di corruzione che travolse l’ex presidente Park Geun-hye, a sua volta finita in carcere con una condanna per concussione e corruzione.

Lee, 53 anni,  era stato già condannato per la prima volta a cinque anni di prigione, nel 2017, dopo l’espulsione di Park, per poi essere liberato l’anno dopo  quando una Corte d’appello respinse la maggior parte delle sue condanne per corruzione e gli concesse una sospensione della pena.

La sua probabile scarcerazione era nell’aria, ed è stata nelle settimane scorse fonte di contrasti nell’opinione pubblica. In particolare, un gran numero di gruppi civici ha sostenuto  che la sua uscita dalla prigione sarebbe contraria alla spinta anticorruzione del presidente Moon Jae-in.

Un sondaggio di luglio ha tuttavia mostrato che oltre il 70% di un migliaio di intervistati ha dichiarato di essere favorevole alla libertà  vigilata di Lee, leader de facto di Samsung, un colosso che da solo vale il 20% dell’export sudcoreano e una quota simile del Pil nazionale.

Non a caso, l’ufficio del presidente Moon Jae-in ha affermato che il suo rilascio è stato effettuato nell’interesse nazionale. “Siamo consapevoli che ci sono opinioni di sostegno e opposte sulla libertà vigilata del vicepresidente Lee Jay-yong.

Anche le opinioni delle persone che si oppongono sono giuste”, si legge in una nota, in cui si aggiunge che “d’altra parte, ci sono state molte persone che hanno chiesto la sua libertà vigilata in questa grave crisi, sperando che aiuti il Paese per quanto riguarda i semiconduttori e i vaccini”.

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