Emergency: dalle guerre al Covid, in 26 anni cure a undici milioni di persone

Emergency nel mondo

ROMA. – Oltre 11 milioni di persone in 19 Paesi sono state curate gratuitamente da Emergency dal 1994 al 2020, ovvero “una ogni minuto”. Proprio nel 1994 Gino Strada, insieme alla moglie Teresa Sarti, morta nel 2009, fonda una organizzazione “indipendente e neutrale” per offrire cure medico-chirurgiche gratuite e di elevata qualità alle vittime delle guerre, delle mine antiuomo e della povertà.

Dunque offrire assistenza sanitaria a chi ne ha più bisogno. Emergency oggi è una Ong onlus, una organizzazione internazionale che promuove la cultura della pace, della solidarietà e dei diritti umani. I 19 paesi i paesi in cui Emergency ha lavorato in oltre un quarto di secolo sono Afghanistan, Algeria, Angola, Cambogia, Eritrea, Iraq, Italia, Libia, Nepal, Nicaragua, Palestina, Repubblica Centrafricana, Ruanda, Serbia, Sierra leone, Sri lanka, Sudan, Uganda e Yemen.

In Italia dal 2006 ha creato ambulatori per migranti e persone disagiate a Marghera (Ve), Polistena (Rc), Castel Volturno (Ce), Napoli, Sassari. Dal 2014 anche ambulatori mobili a Milano e Ragusa. Ed ancora dal 2016 sono sorti sportelli di orientamento socio-sanitario a Brescia.

Dal 2017 l’associazione alla popolazione colpita al terremoto ha fornito assistenza psicologica e infermieristica in provincia di Teramo, Macerata e L’Aquila e dal 2019 supporto alle operazioni di ricerca e soccorso dei migranti con l’associazione Proactiva Open Arms nel Mar Mediterraneo.

Lunga la lista delle iniziative realizzate all’estero: in Iraq dal 1998 ha istituito un centro di riabilitazione e reintegrazione sociale e corsi di formazione professionale, mentre dal 1999 ci sono 390 cooperative per disabili. In Afghanistan dal 1999 è in funzione un Centro chirurgico e pediatrico e 44 posti di primo soccorso e centri sanitari in 31 distretti del Paese, 5 prigioni e 2 orfanotrofi di Kabul.

Dal 2001 è sorto un centro chirurgico per vittime di guerra, a Kabul, dal 2003 un centro di maternità ad Anabah e dal 2004 un centro chirurgico per vittime di guerra a Lashkar Gah. Nello Yemen dal 2018 ad Hajjaj è attivo un centro chirurgico per vittime della guerra ed in Eritrea, ad Asmara, dal 2019 un ambulatorio cardiologico presso l’Orotta Hospital, mentre in Uganda dal 2017 c’è un centro di chirurgia pediatrica. In Sierra Leone c’è un centro chirurgico dal 2001, e 4 centri anche pediatrici in Sudan.

Con l’inizio della pandemia di Covid-19, Emergency ha avviato nuove attività per rispondere all’emergenza: progetti sanitari, come la gestione di un reparto di terapia intensiva nell’ospedale della fiera di Bergamo, progetti sociali per sostenere le persone in difficoltà e progetti di prevenzione per limitare il rischio di contagio mettendo a frutto l’esperienza maturata durante l’epidemia di Ebola in Sierra Leone nel 2014-2015.

A novembre 2020, su sollecitazione del Governo e della Protezione civile, Emergercy ha lavorato in Calabria con l’obiettivo di aumentare i posti letto disponibili per i malati Covid-19 all’ospedale San Giovanni di Dio di Crotone, in un momento in cui i 30 posti letto del reparto Covid già esistente non erano sufficienti. Un team composto da medici, infermieri e addetti alla logistica ha lavorato alla realizzazione di un secondo reparto per malati di Covid-19, dotato di 25 posti letto completamente equipaggiati e di 8 posti letto in una struttura tendata esterna da utilizzare in caso di necessità.

Il reparto Covid-2 ha iniziato le attività a dicembre 2020 e terminato a metà febbraio 2021 con il calo dei contagi e dei ricoveri. Alla fine di novembre, su richiesta e coordinamento del Comune di Polistena, Emergency ha realizzato un servizio di tamponi antigenici rapidi per le fasce più fragili della popolazione e per le categorie più esposte al rischio, così come in Sicilia, a Ragusa.

(di Emanuela De Crescenzo/ANSA)