La Siberia brucia, il rogo più grande del mondo

L'incendio in Siberia
L'incendio in Siberia (ANSA)

MOSCA.  – La Siberia brucia. Come il resto del mondo, certo, in questa torrida estate 2021. Ma la Siberia, e in particolare la Jacuzia, in un certo senso brucia di più. Perché sono settimane che gli incendi devastano la taiga, con una ferocia senza precedenti.

Il fumo, acre, si sparge per migliaia di chilometri e la settimana passata, per la prima volta nella storia, ha raggiunto persino il Polo Nord. Non è l’unico record. Stando a Greenpeace Russia i roghi qui, per estensione, superano tutti gli altri incendi del mondo messi insieme.

E c’è un singolo “fronte” di ben 1,5 milioni di ettari che ormai è a un passo dal diventare il più grande incendio nella storia documentata del pianeta.

L’apocalisse che sta vivendo la Jacuzia rappresenta un perfetto esempio di danni da cambiamento climatico sommati all’incuria dell’uomo. L’aumento di tre gradi centigradi dell’inizio del XX secolo, combinato alla siccità record in 150 anni e a venti forti, ha trasformato la sua vasta foresta di taiga in una polveriera.

Per l’esperta di Greenpeace Yulia Davydova c’è poi la malapratica del disboscamento, legale e non, ad aver aggravato la situazione. Inoltre le autorità regionali non sono tenute a spegnere gli incendi nelle cosiddette “zone di controllo”, ovvero aree lontane dagli insediamenti umani.  Una combinazione di fattori che ha creato la tempesta perfetta. Vladimir Putin ha recentemente ordinato il rafforzamento del contingente che sta lottando contro le fiamme. Ma Alexey Yaroshenko ha confidato al Moscow Times che ormai è tardi.

“È impossibile contenere il fuoco attraverso gli sforzi umani: i vigili del fuoco dovrebbero spegnere le fiamme su una línea lunga 2.000 chilometri”. Tocca sperare nella pioggia. Che non c’è. E se va avanti così, con altri 400mila ettari in fiamme il grande incendio della Jacuzia si prenderà il tetro record di cui sopra.

Ma, come appunto ha vaticinato il rapporto Onu sul clima, finire nel guinness dei primati sarà sempre più la norma. In due settimane in Grecia sono andati a fuoco oltre 100mila ettari di foreste e terreni agricoli: peggio degli incendi mortali del 2007 che devastarono diverse regioni del Paese.

Più di un centinaio di incendi sono divampati poi in 17 province dell’Algeria, causando la morte di almeno 69 civili, soldati e vigili del fuoco. Anche l’Italia, purtroppo, è alle prese con il fuoco, proprio mentre impazza Lucifero con le sue temperatura infernali.

In Russia, mentre la terra del permafrost brucia, c’è spazio persino per inusuali critiche ai ministri. Il deputato (di origini jacute) Fedot Tumusov ha attaccato il ministro delle Risorse naturali e dell’Ambiente Alexander Kozlov per la mancanza di moderne tecnologie antincendio. “Stiamo lottando contro incendi da un milioni di ettari con le pale”, ha commentato amaro.

(di Mattia Bernardo Bagnoli/ANSA).

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