Afghanistan al collasso, scoppia il caso rifugiati in Ue

Talebani in azione.
Talebani in azione. (ANSA)

BRUXELLES.  – L’Unione europea ora teme una nuova ondata di profughi dall’Afghanistan: un revival della crisi del 2015, quando oltre un milione di richiedenti asilo bussò alle porte dell’Europa, in fuga dall’inferno mediorientale.

Con l’avanzata dei talebani, che controllano già il 65% del Paese, il governo di Kabul ha notificato a Bruxelles la sospensione delle riammissioni per i rimpatri dall’Unione. Si tratta di uno stop di almeno tre mesi, ma in Europa è già scoppiato il caso.

I ministri dell’Interno di Germania, Austria, Paesi Bassi, Danimarca, Belgio e Grecia in una lettera indirizzata al vicepresidente Ue Margaritis Schinas e alla commissaria Ylva Johansson, datata 5 agosto, pur riconoscendo la “delicata situazione alla luce del ritiro delle truppe internazionali”, sottolineano “l’importanza di rimpatriare chi non ha reali esigenze di protezione”.

Dal 2015, sono circa 570mila gli afgani che hanno chiesto asilo nell’Ue, 44mila solo lo scorso anno, facendo del Paese il secondo per provenienza dei migranti nell’Ue, nel 2020.

“Sospendere i rimpatri invia un segnale sbagliato ed è probabile che motiverà ancora più afgani a dirigersi” verso l’Ue, affermano i ministri nel documento, esortando “ad intensificare i colloqui con Kabul” per una ripresa.

“I contatti sono in corso, ma in questa situazione non ci saranno” trasferimenti, hanno fatto sapere fonti europee, mentre secondo indiscrezioni, gli ambasciatori dell’Unione rimasti sul terreno (in tutto 9 Paesi oltre alla delegazione Ue)  hanno sconsigliato le operazioni.

La questione sarà comunque affrontata al consiglio Affari interni straordinario del 18 agosto, convocato principalmente per discutere della crisi alla frontiera tra la Lituania e la Bielorussia.

Secondo fonti di Bruxelles, in Afghanistan mezzo milione di persone è pronto a fuggire verso i Paesi confinanti: Pakistan, Iran (che ne hanno accolti già rispettivamente 3,5mln e 3mln) , ed in parte anche Tagikistan.

L’Unhcr stima che dall’inizio dell’anno quasi 400mila afghani siano sfollati internamente, circa 244mila solo a partire da maggio. Teheran, almeno per il momento, ha deciso di lasciare le frontiere aperte, mentre Islamabad ha blindato i suoi confini. E gli osservatori internazionali temono che l’esodo sia solo all’inizio.

Sei mesi fa, secondo i dati delle Nazioni Unite, erano 18,4 milioni le persone che necessitavano di aiuti umanitari, pari al 45% della popolazione.

Una situazione già disperata, che minaccia di precipitare, mentre il ritorno degli islamisti intransigenti, estromessi dal potere vent’anni fa, rischia di cancellare con un colpo di spugna tutti i progressi nel campo dei diritti umani.

Solo nelle ultime 72 ore, fanno sapere dall’Unicef, sono stati uccisi 27 bambini e ne sono stati feriti 136, mentre cresce la preoccupazione per i minori reclutati dai  gruppi armati, e per le donne frustate e abusate in pubblico.

L’alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Michelle Bachelet, così come l’Alto rappresentante, Josep Borrell, hanno lanciato l’allarme per l’emergere di violazioni che potrebbero equivalere a crimini contro l’umanità.

Ma gli occhi ora sono puntati su Doha, in Quatar, dove l’inviato degli Stati Uniti per l’Afghanistan, Zalmay Khalilzad si sta recando per esortare i talebani ad arrestare la loro offensiva militare e negoziare un accordo politico, come nei patti.

(di Patrizia Antonini/ANSA).

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