M5s: Conte blinda la sua leadership, ma c’è rischio scissione

L'ex premier Giuseppe Conte, al termine di una conferenza stampa sul futuro del M5S a Roma
L'ex premier Giuseppe Conte, al termine di una conferenza stampa sul futuro del M5S a Roma, 28 giugno 2021. MAURIZIO BRAMBATTI/ANSA

ROMA. – Giuseppe Conte corre verso la leadership del Movimento che si prevede avverrà con una ampia legittimazione. Nelle prime ore di voto on-line sulla nuova piattaforma Skyvote gli iscritti 5 Stelle che si erano espressi erano già 20 mila e alle 19 del primo giorno i votanti erano già il doppio, 40 mila.

Di questo passo la votazione, che rimarrà aperta per due giorni senza interruzione notturna, potrebbe dare il risultato chiesto dal futuro Presidente del partito: un largo consenso alla sua leadership che metta fine alle diatribe interne e soprattutto si metta alle spalle la frattura, con Beppe Grillo.

Il quale, tuttavia, continua a rimanere silente. Non solo non ha detto una parola per promuovere il voto sullo Statuto, non solo ha taciuto sul voto per il nuovo Presidente, ma si è fatto vivo dal suo blog con un suo post solo per tornare a promuovere la transizione ecologica.

Al di là dei numeri sul consenso, insomma, la tensione dentro il Movimento resta altissima, soprattutto in vista delle prossime nomine negli organismi che verranno decise con una sorta di “manuale Cencelli” per dare spazio alle diverse anime del Movimento. Non solo.

L’acclamazione di Conte leader rischia di portarsi via una fetta di iscritti al Movimento che si sono già organizzati per avviare la scissione. Avverrà il 10 agosto, nella notte di San Lorenzo, quella delle “stelle cadenti”. L’intenzione dei dissidenti è quella di organizzare in una manifestazione unitaria, la “Mov-Exit”, per dire tutti insieme addio al Movimento cancellando la propria iscrizione dal nuovo partito di Conte.

Una procedura non facile (serve mandare una Pec o una raccomandata al Movimento) che sarà anche oggetto di una denuncia: perché allo stato, spiegano i dissidenti, non è possibile disiscriversi autonomamente dal Movimento mentre i nominativi degli iscritti, con i tutti i dati sensibili, “sono passati da Rousseau alla nuova piattaforma senza il nostro consenso”.

“Le azioni degli ultimi mesi del fu-MoVimento, dal tradimento degli Stati Generali, alla fiducia a Draghi fino al voto favorevole alla ‘schiforma’ Cartabia, sono state un’offesa a tutto il percorso che ci ha visto protagonisti, fieri e dignitosi della scena politica” protestano i componenti dell’associazione “Parola agli attivisti” che conta tra gli organizzatori Francesca De Vito, consigliera 5 Stelle in Regione Lazio e che si sta muovendo insieme ad altre associazioni, come “No alleanze” partita in Campania ma che punta ad estendersi “in tutta Italia, fino a che il M5S non ritornerà ad essere il M5S”.

Adesioni stanno arrivando dai territori, in particolare dall’Emilia Romagna e dalla Puglia, e l’obiettivo, dopo la “scintilla” della notte di San Lorenzo è quello di arrivare ad una manifestazione unitaria a fine agosto. La scissione dei territori guarda però anche al “palazzo” dove vengono considerati punto di riferimento parlamentari come Nicola Morra o Barbara Lezzi , espulsi dal M5s e non confluiti in nuove componenti come L’Alternativa c’è.

E poi c’è Rousseau, con la socia Enrica Sabatini che tiene i contatti con queste nuove realtà associative. Che ora si augurano: “Speriamo che Casaleggio raccolga il nostro appello”.

(di Francesca Chiri/ANSA)

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