Migranti, Amnesty in campo su caso Iuventa: “Basta criminalizzare”

In una foto d'archivio la nave Iuventa della Ong tedesca Jugend Rettetnel porto di Trapani.
In una foto d'archivio la nave Iuventa della Ong tedesca Jugend Rettetnel porto di Trapani. ANSA/GIANFRANCO CRISCENTI

ROMA. – Un appello a Italia e Ue contro “la criminalizzazione dei difensori dei diritti umani delle persone in movimento”, a partire dal caso del procedimento penale nei confronti dell’equipaggio della Iuventa, la nave dell’organizzazione non governativa tedesca Jugend Rettet, che “sta mettendo alla prova la capacità e la volontà delle autorità italiane di smettere di ricorrere in maniera errata al diritto penale per scoraggiare i difensori dei diritti umani dal prestare assistenza a rifugiati e migranti in mare”.

Amnesty International scende in campo per chiedere alle autorità italiane di chiudere il procedimento nei confronti dell’equipaggio della Iuventa e delle altre Ong per “proteggerne l’attività, anche rivedendo la definizione del reato di favoreggiamento degli ingressi irregolari”.

Il movimento per i diritti umani ha analizzato in particolare le recenti vicende giudiziarie che riguardano le Organizzazioni non governative impegnate nei soccorsi in mare. A gennaio 2021, i procuratori di Trapani hanno infatti concluso una serie di indagini formulando accuse di favoreggiamento dell’ingresso irregolare nei confronti di 16 persone che avevano lavorato come membri dell’equipaggio, capitani o team leader su tre navi di soccorso delle Ong tra settembre 2016 e ottobre 2017.

Quattro degli imputati avevano lavorato sulla Iuventa, gestita all’epoca dall’Ong tedesca Jugend Rettet, sei sulla Vos Prudence, gestita da Msf, e 11 sulla Vos Hestia, gestita da Stc. Tra le accuse, i procuratori hanno applicato le circostanze aggravanti, compresa l’associazione per delinquere. E – sostiene Amnesty – “il caso Iuventa è diventato un esempio emblematico di come la criminalizzazione di attività legittime dei difensori dei diritti umani possa aprire la porta a ulteriori violazioni dei diritti di molte altre persone”.

La richiesta degli attivisti è di “chiudere il procedimento nei confronti della Iuventa e lasciar cadere tutte le accuse nei confronti di difensori dei diritti umani e Ong coinvolte, ma anche di “formare funzionari di polizia, giudici e procuratori al fine di riconoscere il ruolo svolto dai difensori dei diritti umani e individuare le situazioni in cui procedimenti amministrativi e penali potrebbero ingiustificatamente limitare, sanzionare o danneggiare le loro legittime attività”.

Per Amnesty bisogna “attuare misure che garantiscano che la magistratura, soprattutto in Sicilia, sia a conoscenza dei nuovi orientamenti della Commissione europea, concernenti l’interpretazione a livello nazionale delle norme dell’Ue sul favoreggiamento dell’ingresso non autorizzato” e secondo cui “la criminalizzazione delle Ong o di qualsiasi altro attore non statale che conduce operazioni di ricerca e soccorso in mare nel rispetto delle normative di riferimento, costituisce una violazione del diritto internazionale e dunque non è consentita dal diritto comunitario”.

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