ROMA. – Un appello a Italia e Ue contro “la criminalizzazione dei difensori dei diritti umani delle persone in movimento”, a partire dal caso del procedimento penale nei confronti dell’equipaggio della Iuventa, la nave dell’organizzazione non governativa tedesca Jugend Rettet, che “sta mettendo alla prova la capacità e la volontà delle autorità italiane di smettere di ricorrere in maniera errata al diritto penale per scoraggiare i difensori dei diritti umani dal prestare assistenza a rifugiati e migranti in mare”.
Amnesty International scende in campo per chiedere alle autorità italiane di chiudere il procedimento nei confronti dell’equipaggio della Iuventa e delle altre Ong per “proteggerne l’attività, anche rivedendo la definizione del reato di favoreggiamento degli ingressi irregolari”.
Il movimento per i diritti umani ha analizzato in particolare le recenti vicende giudiziarie che riguardano le Organizzazioni non governative impegnate nei soccorsi in mare. A gennaio 2021, i procuratori di Trapani hanno infatti concluso una serie di indagini formulando accuse di favoreggiamento dell’ingresso irregolare nei confronti di 16 persone che avevano lavorato come membri dell’equipaggio, capitani o team leader su tre navi di soccorso delle Ong tra settembre 2016 e ottobre 2017.
Quattro degli imputati avevano lavorato sulla Iuventa, gestita all’epoca dall’Ong tedesca Jugend Rettet, sei sulla Vos Prudence, gestita da Msf, e 11 sulla Vos Hestia, gestita da Stc. Tra le accuse, i procuratori hanno applicato le circostanze aggravanti, compresa l’associazione per delinquere. E – sostiene Amnesty – “il caso Iuventa è diventato un esempio emblematico di come la criminalizzazione di attività legittime dei difensori dei diritti umani possa aprire la porta a ulteriori violazioni dei diritti di molte altre persone”.
La richiesta degli attivisti è di “chiudere il procedimento nei confronti della Iuventa e lasciar cadere tutte le accuse nei confronti di difensori dei diritti umani e Ong coinvolte, ma anche di “formare funzionari di polizia, giudici e procuratori al fine di riconoscere il ruolo svolto dai difensori dei diritti umani e individuare le situazioni in cui procedimenti amministrativi e penali potrebbero ingiustificatamente limitare, sanzionare o danneggiare le loro legittime attività”.
Per Amnesty bisogna “attuare misure che garantiscano che la magistratura, soprattutto in Sicilia, sia a conoscenza dei nuovi orientamenti della Commissione europea, concernenti l’interpretazione a livello nazionale delle norme dell’Ue sul favoreggiamento dell’ingresso non autorizzato” e secondo cui “la criminalizzazione delle Ong o di qualsiasi altro attore non statale che conduce operazioni di ricerca e soccorso in mare nel rispetto delle normative di riferimento, costituisce una violazione del diritto internazionale e dunque non è consentita dal diritto comunitario”.