Tokyo, infinito Paltrinieri: “Riprovo il tris a Parigi”

Gregorio Paltrinieri alza le braccia dopo la gara.
Gregorio Paltrinieri dopo la gara. (ANSA)

TOKYO.- Un argento negli 800 stile libero in vasca lo scorso 29 luglio, piu’ un bronzo nella 10 chilometri in acque aperte per chiudere i Giochi: e come somma, l’oro della fatica. É un Gregorio Paltrinieri infinito quello che saluta le Olimpiadi di Tokyo giungendo terzo nella maratona in mare, al termine di “due mesi di inferno”.

Dalle fiamme solo un campione come lui poteva uscire indenne. “Non lo nascondo: ero venuto qui per tre ori. Riprovarci a Parigi? Certo che è la mia idea, io ci riproverei anche domani..”, dice dopo una gara che ha costretto tutti a una levataccia all’alba (partenza alle 6.30) e a una fatica in mare di un’ora e cinquanta, ma Paltrinieri a “qualcosa di piu’ di un miracolo”, come dice il suo allenatore, Fabrizio Antonelli.

Due mesi fa, all’Europeo di Debrecen e prima di inciampare nella mononucleosi, il campione olimpico dei 1.500 a Rio aveva stupito il mondo col doppio oro nella 5 e 10 chilometri. Si’, il mondo e non solo l’Europa, come dimostra il podio della maratona, tutto del Vecchio Continente.

Il tedesco Florian Wellbrock era imprendibile fino all’oro, l’ungherese Kristof Rasovszky “ho provato a sorpassarlo a destra, a sinistra, ma nell’ultimo giro ero corto, morto davvero”, spiega Paltrinieri, che ora può anche apertamente dire il brutto pensiero del 23 giugno scorso, quando a un mese dai Giochi ha scoperto di aver preso la “malattia della fática”.

Una beffa, per uno che aveva scelto di puntare alla vittoria nelle gare più lunghe della bracciata stile, 800, 1500 e 10 chilometri.

“Questa medaglia è una delle più sofferte: mi ero detto che non volevo andar via da Tokyo senza salire sul podio. E l’ho fatto perché lo merito – dice ripercorrendo la sua aventura olimpica – Rimpianti non posso averne, non posso cambiare quella malattia. La condizione non c’era, la testa sì: e in queste condizioni di m…ho lottato come un guerriero. Oggi ho tre medaglie in tre specialità diverse – conclude unendo a quelle di Tokyo l’oro di Rio – Ma ho fatto tutto quel che potevo, e questo mi rende orgoglioso”. E fiducioso per Rio.

Perché proprio nelle acque giapponesi Paltrinieri, come spiega il suo allenatore Fabrizio Antonelli, ha dimostrato di poter essere competitivo nelle tre differenti gare. “Lui ha parlato di stato di forma, ma qui ragazzi bisogna parlare di stato di salute: fino a un mese fa pensavamo di non venire ai Giochi, il suo è più di un miracolo. Era come una Ferrari a ruote sgonfie – prosegue – Dopo Budapest era avanti a ogni tabella, poi sto: ha dovuto gestire la sua testa, non più i suoi tempi”. Senza dar retta a chi consigliava di scegliere tra il tris di ori ai quali ambiva.

“Non posso dire che un argento e un bronzo valgano più di un oro – conclude Antonelli – anche se da tifoso romanista nato per soffrire i successi sofferti mi piacciono di più: ma credetemi, quello che ha fatto Greg a Tokyo è pazzesco, e senza neanche essere ancora al suo top in acqua aperte”. Appuntamento a Parigi.

(dell’inviato Francesco Grant/ANSA).

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