Di Maio vola di nuovo in Libia: “Avanti con le elezioni”

Il ministro degli esteri Luigi Di Maio
Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio.(ANSA/CLAUDIO PERI)

ROMA. – “L’Italia è al vostro fianco, continueremo a sostenervi”. Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio è volato in Libia, per la quinta volta quest’anno, per confermare “l’assiduità” del governo nella partnership strategica con il Paese nordafricano. E per ribadire che Roma ritiene cruciale per la stabilizzazione della Libia lo svolgimento delle elezioni nella data prevista di dicembre.

Una missione intensa, quella di Di Maio, a Tripoli, Bengasi e Tobruk, in cui il titolare della Farnesina ha incontrato i principali attori del frastagliato scacchiere, incluso il generale Haftar. Senza trascurare le relazioni economiche bilaterali, in vista della ricostruzione.

Le elezioni del 24 dicembre potrebbero avviare una vera rinascita, dopo anni in cui hanno parlato soprattutto le armi. Quindi, bisogna fare di tutto perché ci si arrivi. Di Maio ha posto questo tema nei suoi colloqui con le autorità libiche: il premier Abdel Hamid Dbeibah e la ministra degli Esteri Najla Mohammed El-Mangush, per il governo.  E poi il presidente del Consiglio Presidenziale Mohamed Yunis Al-Menfi ed il capo dell’Alto Consiglio di Stato Khaled Al-Meshri.

Roma, ha spiegato Di Maio, auspica un rinnovato impegno di tutte le parti perché si facciano progressi in questa direzione. E non solo. Bisogna andare avanti per sciogliere tutti i nodi per imbrigliano la road map a guida Onu, come la piena attuazione del cessate il fuoco, l’adozione del bilancio unificato e la riconciliazione nazionale.

Dello stesso tenore i contenuti dei colloqui con i leader della Cirenaica. Una tappa, quest’ultima, per confermare che il governo italiano ha mantenuto i contatti con tutte le parti anche nei momenti più critici. Così Di Maio a Bengasi ha avuto un faccia a faccia con Haftar, che fino alla tregua dello scorso ottobre era il nemico numero uno per la riconciliazione nazionale dopo aver tentato di disarcionare il governo di Tripoli, riconosciuto dalla comunità internazionale.

Il ministro infine si è trasferito a Tobruk per parlare con Aghila Saleh, influente capo della Camera dei rappresentanti: il braccio politico della contesa tra l’est e l’ovest del Paese.

Il governo italiano punta ad una moral suasion verso tutti gli attori in campo, perché la partita è tutt’altro che semplice. La strada per il voto di dicembre resta lastricata da ostacoli, a partire dalla mancata adozione di una legge elettorale.

E preoccupa il tema della sicurezza, perché le decine di migliaia di mercenari stranieri non si sono ancora ritirati. La loro presenza, secondo l’Onu, “impedisce” lo svolgimento di un processo elettorale “in un ambiente protetto per i libici”.

A Bengasi Maio ha partecipato ad una cerimonia per la recente riattivazione del Consolato di Bengasi: un ulteriore rafforzamento della presenza italiana sul territorio ed un segnale di attenzione a tutte le regioni libiche, non solo Tripoli (nel Fezzan ci sarà un consolato onorario). Tale consolidamento consentirà di concretizzare il rilancio della cooperazione economica bilaterale.

Da quando il governo Dbeibah si è insediato, tanta carne al fuoco è stata messa sull’asse Roma-Tripoli, con uno slancio particolare nel Business Forum ospitato dalla Farnesina il 31 maggio scorso, in cui il capo del governo libico ha detto al premier Mario Draghi che l’Italia è “il miglior partner per la ricostruzione”.

Infrastrutture, energia e trasporti, alcuni dei temi affrontati al forum romano, e su cui Di Maio è tornato anche in quest’ultima missione in Libia.  Salutando, ad esempio, la riapertura della strada costiera Sirte-Misurata annunciata alla vigilia della sua visita. Mentre un mese fa l’Anas ha annunciato il riavvio delle attività per la realizzazione dell’autostrada costiera Ras Ejdyer-Emsaad.

(di Luca Mirone)/ANSA).

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