Spettro Vietnam sull’Afghanistan, Ghani attacca gli Usa

Un agente afghano di sicurezza fa la guardia in un posto di controllo a Jalalabad, Afghanistan,.
Un agente afghano di sicurezza fa la guardia in un posto di controllo a Jalalabad, Afghanistan,. EPA/GHULAMULLAH HABIBI

ROMA.  – Il disimpegno americano dall’Afghanistan, avvenuto in tempi inaspettatamente rapidi, assume sempre più i tratti di uno scenario vietnamita, con l’offensiva dei Talebani che arriva a minacciare alcune delle principali città e migliaia di afghani che dovrebbero essere portati negli Usa per salvarli dalle rappresaglie.

Intanto, per la prima volta, il presidente Ashraf Ghani denuncia proprio quello che definisce il ritiro “brusco” degli americani, indicandolo come la principale causa del precipitare degli eventi.

I timori di vendette sanguinose si sono fatti più concreti nelle ultime ore con la denuncia da parte delle ambasciate degli Usa e della Gran Bretagna di un massacro avvenuto a Spin Boldak, una località al confine con il Pakistan conquistata dagli insorti il mese scorso, dove “decine di civili” sarebbero stati uccisi per avere lavorato per il governo di Kabul.

Le forze degli “studenti di teología” (il significato letterale della parola Taleban) continuano l’assalto a tre città chiave: quella occidentale di Herat, ex quartier generale della truppe italiane nell’ambito della missione Nato, quella di Lashkar Gah, già teatro dei più sanguinosi scontri tra gli insorti e i soldati della coalizione internazionale negli ultimi 20 anni, e Kandahar, la culla dei Talebani.

Vent’anni di presenza militare statunitense e degli altri Paesi Nato non è bastata a sconfiggere i Talebani, il cui regime fu abbattuto dall’intervento anglo-americano dell’ottobre 2001, dopo gli attacchi agli Usa dell’11 settembre. Ne è prova la velocità con cui le forze fondamentaliste hanno ampliato le loro conquiste ad oltre metà del territorio nazionale dopo il ritiro delle forze internazionali, anticipato rispetto alla data limite stabilita in precedenza dal presidente Joe Biden proprio per l’11 settembre.

“La situazione attuale è dovuta alla brusca decisione” di Washington, ha affermato Ghani, assicurando in Parlamento di avere preparato un piano per arginare l’avanzata talebana nell’arco di sei mesi.

Un portavoce dei Talebani, Zabihullah Mujahid, ha definito “assurdità” le affermazioni di Ghani, di fronte all’avanzata degli insorti che le forze governative, con l’appoggio dei bombardamenti aerei americani, faticano a contenere. Le forze governative affermano di avere “respinto” a Lashkar Gah, capoluogo della provincia meridionale di Helmand, le forze dei Talebani, che erano ormai a ridosso del centro.

Ma i combattimenti continuano. Per la popolazione civile “la situazione è disastrosa – riferisce Sarah Leahy, coordinatrice per la provincia dell’organizzazione Medici senza Frontiere -. Le case vengono bombardate e molte persone vengono ferite gravemente, la vita quotidiana è sospesa”.

Il governo ha convogliato a Lashkar Gah centinaia di soldati delle forze speciali. Lo stesso era stato fatto ieri a Herat. mentre a Kandahar i rifornimenti alle truppe sono ostacolati dai danni provocati alla pista dell’aeroporto in un bombardamento di razzi compiuto domenica.

Con un’operazione che ricorda le drammatiche immagini della partenza degli ultimi elicotteri dal tetto dell’ambasciata americana a Saigon, stracarichi di vietnamiti collaborazionisti, Washington cerca intanto di accelerare le operazioni di trasferimento negli Usa di afghani che potrebbero essere fatti oggetto di rappresaglie dei Talebani.

Il Dipartimento di Stato ha fatto sapere che sta lavorando per garantire l’ingresso in America di migliaia di afghani giudicati in pericolo nel caso di una restaurazione dell’Emirato dei Talebani.

Circa 2.500 che hanno collaborato come interpreti con le truppe americane hanno completato le procedure necessarie e 250 sono già arrivati negli Usa. Ma le richieste sono circa 20.000 e il numero potrebbe arrivare fino a 100.000 mettendo nel conto i loro familiari.

(di Alberto Zanconato/ANSA).

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