Inps: allarme Civ, 2,5 miliardi per cig a carico Istituto

Facciata dell'Istituto Nazionale della Previdenza Sociale. (ANSA.it)

ROMA. – Il disavanzo dell’Inps, che ha sfondato il “tetto” dei 7,1 miliardi di euro, rischia di allargarsi ancora: attraverso il decreto 99 del 2021 (il cosiddetto decreto imprese, ndr) “il Legislatore ha, sostanzialmente, obbligato” l’Istituto di previdenza sociale “a caricarsi i costi di alcune prestazioni Covid, in particolare la cassa integrazione”, facendo sì che, su 4 miliardi della fiscalità generale, “circa 2,5 saranno a carico” dell’organismo guidato da Pasquale Tridico.

È l’allarme affiorato, con “forte preoccupazione”, durante l’audizione che il presidente del Civ, il Consiglio di indirizzo e vigilanza dell’Inps, Guglielmo Loy, ascoltato oggi pomeriggio dalla Commissione parlamentare di controllo sugli Enti previdenziali, dove ha riferito che “i trasferimenti dalla fiscalità generale sono stati, nel 2020, di 144 miliardi, in aumento di 30 rispetto al 2019”, per effetto della diffusione del Coronavirus e delle misure di assistenza distribuite.

La pandemia “ha fortemente condizionato tutto il Paese e, inevitabilmente, anche l’Inps e il suo bilancio”, visto che si è registrato “un calo dei contributi superiore agli 11 miliardi” nel 2020, però i segnali del 2021 mostrano una “inversione di tendenza in termini di incassi contributivi”, ha continuato, giacché “al 30 giugno 2021 le riscossioni da entrate contributive dell’Inps risultano essere pari a 99.392 milioni, con un incremento di 7.379 (+8,02%) rispetto allo stesso periodo” dell’annualità passata.

Altro macigno, poi, a giudizio di Loy, riguarda le risposte che attende “l’utenza fragile”: al 31 maggio 2021 vi sono 795.000 “visite di prima istanza e revisione” arretrate riguardanti l’invalidità civile. Questa “patologia” va affrontata “prima possibile”, per assicurare “tempestività nella valutazione delle istanze”.

(di Simona D’Alessio/ANSA).

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