La Cina nomina il falco Qin Gang ambasciatore negli Usa

Il presidente cinese Xi Jinping. REUTERS/Denis Balibouse - RTSW3PF

PECHINO.  – Vista da Pechino, la nomina di Qin Gang a nuovo ambasciatore della Repubblica popolare cinese negli Usa significa che a Washington il presidente Xi Jinping ha voluto una persona di assoluta fiducia, come richiesto dalla fase estremamente delicata delle relazioni tra i due Paesi.

Nei primi anni della sua salita al potere, Xi ebbe Qin con se’ nei numerosi viaggi all’estero in veste di capo del protocollo del ministero degli Esteri, ricoprendo la delicata posizione di ghostwriter dei discorsi presidenziali, ruolo che permise ai due di costruire una stretta sintonia.

Nonostante una scelta diventata di dominio pubblico, suscitando dubbi per la mancanza di esperienza specifica sugli Stati Uniti, la nomina di Qin, 55 anni, è stata ufficializzata dal ministero degli Esteri soltanto al suo arrivo sul suolo americano, mercoledì.

“Come due grandi Paesi diversi per storia, cultura, sistema sociale e fase di sviluppo, la Cina e gli Usa stanno entrando in un nuovo ciclo di esplorazione, comprensione e di adattamento reciproci, cercando di trovare un modo per andare d’accordo”, ha affermato Qin nel suo primo discorso ai media cinesi e americani.

Ha promesso di “ripristinare” i legami bilaterali, rifacendosi agli sforzi pioneristici dell’ex segretario di Stato Henry Kissinger e comunicando sull’account Twitter nuovo di zecca che avrebbe passato 14 giorni di quarantena volontaria nella residenza ufficiale e che si sarebbe “messo presto al lavoro”.

Qin è noto per essere tra i primi diplomatici ad aver difeso con vigore la Cina di fronte alle crescenti critiche sulla scena mondiale: a febbraio giustificò lo stile di diplomacia aggressivo dei “Wolf Warrior” come risposta necessaria alle “calunnie infondate” e ai “pazzi attacchi contro la Cina”.

Le attese, quindi, sono di uno stile duro rispetto al predecessore di Washington Cui Tiankai, molto apprezzato dalla parte americana per la misura mostrata anche in fasi di massima tensione.

Il neo ambasciatore, che ha iniziato la sua carriera in diplomazia nel 1988, ha acquisito molto peso nella struttura ministeriale durante i due precedenti periodi da portavoce grazie alle risposte pungenti ai giornalisti stranieri, tracciando la strada della difesa della Cina su stampa e social media, da Wolf Warrior.

Le relazioni tra Stati Uniti e Cina si sono deteriorate rapidamente negli ultimi anni con scontri a tutto campo tra commercio, diritti umani, sicurezza informatica e origini della pandemia del Covid-19. Il presidente Joe Biden ha abbassato i toni da quando è alla Casa Bianca, mantenendo gran parte della postura molto dura voluta dal predecessore Donald Trump.

In alcuni colloqui avuti con l’ANSA da viceministro degli Esteri con delega all’Europa (2018-2021), Qin disse più volte di essere convinto della necessità di stabilire un “dialogo stabile con gli Stati Uniti. Dobbiamo ritrovarlo”, rimarcò.

Aggiunse di vedere maggiori affinità con il Vecchio Continente, esprimendo anche a sorpresa una “sincera ammirazione” per l’Italia.

( di Antonio Fatiguso/ANSA).

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