Auto: con rivoluzione green a rischio 70.000 posti

Foto ANSA/STEFANO SECONDINO

TORINO. – Una transizione green troppo rápida nel settore auto. come quella prevista dall’Unione Europea, mette a rischio tra i 60.000 e i 70.000 posti di lavoro nelle aziende della componentistica che non sono attive nell’elettrificazione e oggi hanno 200.000 dipendenti.

I numeri dell’Anfia danno le dimensioni della situazione difficile del settore, già alle prese con chiusure di fabbriche e licenziamenti. Aziende, associazioni di settore e sindacati fanno fronte comune e chiedono al governo strumenti per evitare contraccolpi pesanti.

É questo il quadro che emerge dalla riunione al Mise del gruppo Aspetti produttivi e industriali istituito nell’ambito del tavolo automotive e presieduto dal viceministro Gilberto Pichetto..

“Le aziende che sentiranno l’impatto sono tra il 20 e il 40% delle 2.200 che producono componenti in Italia”, spiega il direttore dell’Anfia, Gian Marco Giorda.

“il nostro obiettivo è che il prezzo da pagare non ricada  sulle spalle delle famiglie e delle categorie industriali più in difficoltà. Il governo ritiene fondamentale che il rispetto del principio di neutralità  tecnologica, vale a dire la transizione verde della mobilità, debba essere sostenibile anche  da un punto di vista industriale, infrastrutturale e sociale”, spiega Pichetto.

“Il Governo  si impegna a rilanciare lo sviluppo di tutta la filiera automotive” assicura la viceministra allo Sviluppo Economico Alessandra Todde rispondendo all’interrogazione dei parlamentari del Pd Benamati, Bonomo, Manca, Soverini e Zardini.

Preoccupati i sindacati già alle prese con i contraccolpi sull’occupazione.  “Chiediamo con urgenza un piano di investimenti pubblici che aiuti la filiera produttiva a riconvertirsi. Salvare l’industria dell’auto significa salvare l’economia” afferma Gianluca Ficco, segretario nazionale Uilm.

” È necessario recuperare il tempo perso negli ultimi anni altrimenti il rischio delocalizzazioni e chiusure è sempre più concreto. Se non si fermano i licenziamenti si aprirà una stagione di conflitto” spiegano Michele De Palma, segretario nazionale Fiom-Cgil e responsabile automotive e Walter Schiavella, coordinatore Area Politiche Industriali per la Cgil.

“Per il 2035 gli standard ambientali devono rimanere un fattore di incentivo e non distruttivo per l’industria.  La transizione deve essere accompagnata con degli step e non può essere accelerata drasticamente” aggiunge Sara Rinaudo, segretario nazionale Fismic Confsal.

“É emersa con evidenza la drammaticità della situazione. i sindacati e gli imprenditori hanno fatto fronte comune per chiedere al governo strumenti per governare la transizione”, sottolinea Ferdinando Uliano, segretario nazionale della FIm.

(di Amalia Angotti/ANSA).

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