Tokyo: ecco l’italiana Perilli, gode San Marino

Alessandra Perilli carica il fucile.
Alessandra Perilli carica il fucile. (Ansalaoina)

ROMA. –   Storico San Marino. Nel caldo asfissiante dell’Asaka Shooting Center, dove si sono svolgono le gare di tiro di Tokyo 2020, avrebbe dovuto essere il giorno dell’Italia, in pole position sia nella Fossa donne sia in quella uomini.  Invece è stato quello della Repubblica del Titano, con la prima medaglia olimpica (un bronzo) della sua storia.

L’ha conquistata nella prova femminile, caratterizzata dal vento che “spostava” i piattelli, Alessandra Perilli, 32enne riminese che dal 2009, dopo un passato nelle giovanili dell’Italia, spara per la Repubblica dove è nata sua madre, e sulle orme della sorella maggiore Arianna, che nel 2017 si è ritirata ma, prima di passare anche lei con San Marino, aveva vinto due titoli europei per l’Italia.

Alessandra, che quest’anno aveva vinto in Coppa del mondo a Lonato del Garda e nel 2018 l’oro ai Giochi del Mediterraneo, da oggi ha fatto meglio di Arianna, perché – superiorità dei Giochi a parte – questa medaglia ha davvero un sapore particolare: l’ex azzurra voleva ad ogni riscattare quel quarto posto di Londra 2012 che non aveva mai “digerito”.

Il giorno di Alessandra doveva arrivare a Tokyo, “perché non lo so se ce l’avrei fatta ad aspettare altri tre anni”, fino a Parigi 2024. Così la storia è stata fatta oggi, ed è dimenticata anche l’altra delusione di Rio 2016, quando anche lì Perilli era tra le favorite ma un problema ai denti avuto proprio nei giorni dell’avventura in terra carioca le aveva impedito di rendere al meglio. Invece ora festeggia, visibilmente emozionata, e sfoggiando un pizzico di modestia.

“Ora sono l’eroina di San Marino? Non esageriamo – dice -. Ma  è un’emozione immensa, vado finalmente sul podio dopo nove anni di sacrifici. Sono felicissima, ma ho un pizzico di rammarico perché questa finale avrebbe anche potuto andaré meglio. Però va bene, è la prima medaglia di San Marino, e ora lì non so cosa succederà. Una dedica? Per tutti coloro che mi stanno dietro, e quando vado a sparare, arrivo fino a  trentamila cartucce all’anno, mi sostengono: il mio compagno, il mio coach Luca Di Mari (detto ‘Dottor Shooting’ ndr), il mio fisioterapista, mio padre. E mio figlio Maykoel, che ha 7 anni e mezzo: essere tiratrice e mamma mi fa sentire ancora più forte, dà più sapore ad ogni mio successo”.

L’oro è andato alla slovacca Stefecekova, l’argento all’americana Browning, mentre tra gli uomini hanno spareggiato i due cechi Liptak (oro) e Kostelecky (argento). E gli italiani? mIl risultato migliore è stato il quinto posto di Silvana Stanco, uscita troppo presto di scena in quella finale a cui Jessica Rossi non ha preso parte.

La portabandiera azzurra è stata ottava nelle eliminatorie, con un punteggio, 119/125, che in altre circostanze le avrebbe garantito ben altre fortune. “Ho fatto un buon punteggio – commenta -, ma il livello delle avversarie è stato molto alto, onestamente più di quanto mi aspettassi. Se mi ha messo pressione il fatto di aver fatto la portabandiera? Nessun peso, anzi quella rimane una grande emozione, l’onore di aver guidato la delegazione italiana più numerosa di sempre. Porto via da Tokyo un bellissimo ricordo”.

Possibilmente abbinato a ciò che farà nella gara Mixed, perché il ct Albano Pera ha ufficializzato di aver scelto Jessica e l’ex marito Mauro De Filippis, fuori anche lui dalla finale nonostante abbia fatto 122/125, per la nuova gara del programa dei Giochi, quella delle coppie.

Nella vita tra Jessica e Mauro non è finita bene ma ai Giochi la storia potrebbe andaré diversamente. L’importante, fa capire Jessica, è non dirlo a voce alta perché a questo punto un pizzico di scaramanzia non guasta.

(dell’inviato Alessandro Castellani/ANSA).

Lascia un commento