Presidente Mattarella: “Garanzie per la stampa siano adeguate”

Il Presidente Sergio Mattarella rivolge il suo indirizzo di salute in occasione dell'incontro con i componenti dell’Associazione stampa parlamentare, i Direttori dei quotidiani e delle agenzie giornalistiche e i giornalisti accreditati presso il Quirinale per la consegna del “Ventaglio”
Il Presidente Sergio Mattarella rivolge il suo indirizzo di salute in occasione dell'incontro con i componenti dell’Associazione stampa parlamentare, i Direttori dei quotidiani e delle agenzie giornalistiche e i giornalisti accreditati presso il Quirinale per la consegna del “Ventaglio”. (Ufficio Stamp del Quirinale)

ROMA. – “Garantire rigore e autonomia significa prendere atto che ai giornalisti iscritti all’Ordine e, dunque, chiamati a svolgere un’attività racchiusa nell’ambito di specifiche regole deontologiche, vanno applicate quanto meno garanzie eguali alle categorie di lavoratori, a partire dall’ambito previdenziale, nel quale è ragionevole che valga, per la prestazione pensionistica, la garanzia pubblica assicurata a tutti i lavoratori dipendenti. Lo stesso criterio è bene che trovi applicazione in materia di ammortizzatori social”.

Sergio Mattarella, nell’ultimo incontro con la stampa parlamentare in occasione della cerimonia del Ventaglio, affronta in profondità i problemi della categoria, da anni in una crisi della quale non si vede la fine, e richiama le forze politiche a dare attuazione ad una riforma sistemica del settore sottolinenado la necessità di tutelarne autonomia e sostentamento evitando sempre il pericolo che siano introdotte “leggi bavaglio”.

Il presidente della Repubblica dedica quasi la metà del suo intervento ad una riflessione puntuale dei problemi del mondo dell’informazione non rinunciando anche a una tiratina d’orecchi a una categoria alle prese con tumultuose dinamiche interne di cambiamento.

“Faccio appello alla professionalità dei giornalisti e alla loro etica professionale”, premette il capo dello Stato ma un problema esiste: “vista la diffusa abitudine di trincerarsi fantasiosamente dietro il Quirinale quando si vuole opporre un rifiuto o di evocarlo quando si avanza qualche richiesta, il Presidente della Repubblica sarebbe costretto a un esercizio davvero arduo e preminente: smentire tutte le fake news, fabbricate, sovente, con esercizi particolarmente acrobatici”.

Fin qui il richiamo alla responsabilità professionale. Ma il presidente entra nel merito della crisi che attanaglia l’editoria: “alla cornice di sicurezza entro cui devono poter operare i giornalisti, in virtù della loro specifica funzione, si aggiunge l’esigenza di agire affinché il processo di ristrutturazione e di riorganizzazione del comparto industriale dei media non veda indebolirsi il loro contributo alla vita democratica del Paese”.

Ma non basta, il presidente sottolinea come “garantire rigore e autonomia significa prendere atto che ai giornalisti iscritti all’Ordine e, dunque, chiamati a svolgere un’attività racchiusa nell’ambito di specifiche regole deontologiche, vanno applicate quanto meno garanzie eguali alle altre categorie di lavoratori, a partire dall’ambito previdenziale, nel quale è ragionevole che valga, per la prestazione pensionistica, la garanzia pubblica assicurata a tutti i lavoratori dipendenti.

Inoltre, lo stesso criterio è bene che trovi applicazione in materia di ammortizzatori sociali, diretti ad affrontare crisi aziendali per superarle e anche per accompagnare la trasformazione dei supporti tecnologici che assicurano la circolazione delle notizie”.

Non si tratta di un problema astratto da rimandare alle calende greche, perché, ricorda il presidente, “è un compito che si riconduce all’applicazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza”. Cioè ora.

(di Fabrizio Finzi/ANSA)

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