Calcio pressa i No Vax, con Green Pass niente tamponi

Lorenzo Insigne segna contro la Repubblica Checa durante i recenti Eruopei.
Lorenzo Insigne segna contro la Repubblica Checa durante i recenti Eruopei. Archivio. (ANSA)

ROMA. – L’ultimo cluster della Serie A riguarda l’Empoli, con sei positivi nel gruppo squadra, una settimana dopo la prima dose di vaccino. Il Covid è ancora un’ombra sul calcio, che è in pressing su chi ancora è restio a immunizzarsi con l’iniezione.

Mentre la Premier League attenda che il governo britannico vari l’obbligo vaccinale per tutelare i grandi eventi sportivi da un eventuale lockdown, la Nfl ha chiarito alle stelle del football americano che i giocatori No Vax perderanno il salario settimanale se focolai da loro generati porteranno ad annullare una partita.

E una soluzione con effetti economici è auspicata anche in Italia da Gianni Nanni, medico sociale del Bologna e componente della Commissione medica della Figc.

“In Premier League si parla dell’obbligo e lo adotterei anche io ma non sono un giurista, non so se si può fare – spiega all’ANSA -. Chi non si vaccina, però, debe prendersi le responsabilità morali ed economiche di un eventuale focolaio che può causare, pagandosi medici, terapie e degenze, nonché i costi economici delle conseguenze”.

Diverse stelle del football americano hanno già preso posizione contro la Nfl, accusandola di privarli della libertà.

Anche nelle squadre di Serie A c’è chi non vuole vaccinarsi, “in media due-tre in ciascun gruppo di circa 55 persone”, calcola il medico del Bologna, sottolineando che il protocollo Covid della Figc (per Serie A maschile e femminile, Primavera e arbitri) aggiornato un paio di settimane già distingue fra chi ha il Green Pass o è guarito, e chi non è vaccinato o attende la seconda dose: per i primi sono facoltativi i test periodici, obbligatori invece ogni 6-8 giorni per gli altri, definiti “suscettibili”. Questi devono anche effettuare un tampone molecolare o antigenico entro l’antivigilia di ogni partita, e ogni mese il sierologico.

“I responsabili medici – aggiunge Nanni – hanno poi la facoltà di aumentare il numero dei test in funzione della situazione nel gruppo squadra”. Da protocollo, non è più vincolante l’obbligo di dormire in stanza singola, specie per chi ha il Green Pass.

“Si sta cercando di convincere tutti, spiegando che è una questione di sicurezza per sé, per il gruppo squadra e per i propri famigliari. In tutti c’è la volontà di risolvere il problema e arrivare all’inizio della stagione con tutti vaccinati, in un modo o nell’altro”.

La Lazio ha organizzato l’iniezione per tutti durante il ritiro ad Auronzo di Cadore, nel Bellunese, come ha annunciato il governatore della Regione Veneto Luca Zaia, spiegando di aver accolto la richiesta del presidente biancoceleste Claudio Lotito.

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