Inail: nel 2020 calano infortuni ma crescono morti

Iniziativa sindacale della Cisl di Napoli nella giornata mondiale per la sicurezza sul lavoro con l'esposizione su un marciapiede di 27 caschi gialli
Iniziativa sindacale della Cisl di Napoli nella giornata mondiale per la sicurezza sul lavoro con l'esposizione su un marciapiede di 27 caschi gialli. Archivio ANSA / CIRO FUSCO

ROMA. – Calano gli infortuni con la riduzione delle attività e il massiccio utilizzo dello smart working per fronteggiare la pandemia ma aumentano le morti sul lavoro soprattutto a causa del contagio da Covid 19: nel 2020  – secondo i dati diffusi dall’Inail nel Rapporto annuale presentato alla Camera – sono arrivate all’Istituto poco più di 571mila denunce di infortunio con un calo dell’11,4% sul 2019, un quarto delle quali relative a contagi da Covid sul lavoro.

Sono invece 375.238 con un -9,7% gli infortuni complessivi riconosciuti.  I casi mortali denunciati  sono stati 1.538, con un aumento del 27,6% rispetto al 2019 che deriva soprattutto dai decessi causati dal Covid che rappresentano oltre un terzo del totale delle morti sul lavoro segnalate.

Il fenomeno infortunistico nel 2020 – ha affermato il presidente, Franco Bettoni – “è stato fortemente influenzato dalla pandemia. Da un lato ha comportato la riduzione dell’esposizione a rischio per gli eventi “tradizionali” e “in itinere”, a causa del rallentamento delle attività produttive, il ricorso allo smartworking e le limitazioni alla circolazione stradale, ma dall’altro “si è registrata la forte e drammatica prevalenza dell’infortunio Covid 19, ascritto alla categoría infortunio in quanto di origine virale”.

Dall’inizio della pandemia a maggio 2021 sono stati denunciati 175.323 contagi sul lavoro mentre i decessi segnalati all’Istituto sono stati 639. Il personale sanitario è risultato il più colpito dal contagio con il 70% delle segnalazioni di infortunio.

La pandemia ha imposto la riflessione sulla mancata protezione di una parte dei lavoratori da parte dell”assicurazione sugli infortuni come ad esempio i medici di base e i farmacisti non dipendenti.

“La nostra Costituzione – ha affermato il ministro del Lavoro, Andrea Orlando –  garantisce protezione a tutti i lavoratori e a tutte le attività lavorative mentre l’assicurazione contro gli infortuni è ancora  riservata a soggetti determinati, La tutela Inail protegge la salute solo per alcuni lavoratori. Occorre  rimuovere queste discriminazioni. É tempo per una profonda revisione verso la completa socializzazione del rischio e verso l’universalità della copertura assicurativa”. Una riforma – ha concluso – è urgente”.

Resta centrale anche il tema del rispetto delle regole contributive e delle misure di sicurezza nelle aziende. Secondo i dati dell’Istituto nel 2020 sono state controllate solo 7.486 imprese anche a causa del calo degli ispettori ma l’86% è risultato irregolare, dato particolarmente alto poiché i controlli sono stati mirati.

“É una realtà inaccettabile – ha detto Orlando  a proposito della percentuale delle imprese irregolari- che dobbiamo essere in grado di fronteggiare attraverso uno sforzo sinergico e costate che miri alla razionalizzazione e all’aggiornamento del sistema di prevenzione. Dopo gli anni di tagli dobbiamo investire in formazione, informazione, assistenza alle imprese e vigilanza. “Occorre reintegrare – ha concluso –  il personale perduto negli ultimi anni”.

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