Coronavirus in Italia: oggi 7 morti e tornano a salire le terapie intensive

Vaccinazioni anti-Covid nell'ospedale San Giovanni Addolorata a Rome,
Vaccinazioni anti-Covid nell'ospedale San Giovanni Addolorata a Rome, 10 Aprile 2021. ANSA/GIUSEPPE LAMI

ROMA. – Gli anticorpi contro il virus SarsCoV2 permangono nei soggetti ammalatisi di Covid-19 per almeno 9 mesi, e questo anche se si è contratta la malattia in forma asintomatica. La conferma arriva dall’indagine effettuata sulla popolazione di Vo’ Euganeo dal gruppo del micriobiologo Andrea Crisanti dell’Università di Padova in collaborazione con l’Imperial College, i cui dati sono pubblicati su Nature Communication, e rilancia il tema della tempistica con cui immunizzare i guariti.

Attualmente, la Circolare del Ministero indica che è possibile considerare la somministrazione di un’unica dose di vaccino anti-Covid nei soggetti con pregressa infezione da SarsCoV2, purché la vaccinazione venga eseguita ad almeno 3 mesi di distanza dall’infezione e preferibilmente entro i 6 mesi dalla stessa. Ma gli esperti potrebbero valutare un allungamento del periodo sulla base delle nuove evidenze scientifiche.

Ciò mentre l’epidemia nel nostro Paese continua la sua corsa. Secondo i dati del bollettino del ministero della Salute, è sceso leggermente il numero dei positivi nelle ultime 24 ore: sono 2.072 (ieri 3.127). Sono invece 7 le vittime in un giorno (ieri 3). I tamponi molecolari e antigenici nelle ultime 24 ore sono 89.089 (ieri 165.269) ed il tasso di positività è del 2,3%, in aumento rispetto all’1,9% del giorno precedente.

E tornano a salire le terapie intensive per Covid. Sono 162 i pazienti in rianimazione per coronavirus, in aumento di sei nel saldo tra entrate e uscite. I ricoverati con sintomi nei reparti ordinari sono invece 1.188, quindi 52 in più rispetto a ieri.

Lo studio su Vo Euganeo rappresenta comunque una buona notizia. Secondo i nuovi dati, ottenuti analizzando i livelli anticorpali nei soggetti risultati positivi nella prima indagine eseguita sulla popolazione di Vo’ Euganeo, il 98,8% delle persone infette a febbraio/marzo ha mostrato livelli rilevabili di anticorpi anche a novembre. Lo studio è stato eseguito utilizzando tre diverse tipologie di test che rilevano diversi tipi di anticorpi che rispondono a diverse parti del virus.

“Uno degli elementi più rilevanti che emerge da questo lavoro – ha spiegato all’ANSA Crisanti – è che i pazienti che si erano infettati a febbraio 2020 avevano a novembre ancora importanti livelli di anticorpi nel sangue e questo indipendentemente dalla tipologia di infezione, sia tra chi è stato male ossia i sintomatici, sia tra quelli che non hanno avuto alcun sintomo, ossia gli asintomatici”.

Ciò suggerisce che “la forza della risposta immunitaria non dipende dai sintomi e dalla gravità dell’infezione”, ha sottolineato Ilaria Dorigatti, dell’Imperial College. Il fatto che la protezione anticorpale abbia una durata prolungata potrebbe dunque portare ad una diversa valutazione della tempistica di vaccinazione in questi soggetti, come spiega il sottosegretario alla Salute Andrea Costa.

E’ infatti “all’attenzione dell’Agenzia Italiana del Farmaco Aifa – ha affermato – la possibilità di estendere oltre i 6 mesi il limite temporale per la somministrazione della dose unica nei soggetti guariti da Covid-19, a supporto della quale stanno emergendo dati scientifici.

Su questo tema – aggiunge – le conoscenze scientifiche sono in rapida evoluzione”. Intanto, sempre l’Aifa ha pubblicato il nuovo Report sull’utilizzo degli Anticorpi Monoclonali per Covid-19, relativo al periodo 9-15 luglio. Sono 6.626, da metà marzo a oggi, i pazienti Covid a cui è stata prescritta la terapia con anticorpi monoclonali in Italia. Di questi, 80 sono quelli che li hanno ricevuti nell’ultima settimana: un numero per la seconda settimana consecutiva in crescita dopo mesi in calo, di pari passo, rileva l’Aifa, con l’aumento registrato nei nuovi contagi da SarsCoV2.

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