L’attacco al giornalista olandese scuote l’Europa

La strada dell'attentato contro il giornalista De Vrie in Lange Leidsedwarsstraat ad Amsterdam.
Luogo dell'attentato contro il giornalista De Vrie in Lange Leidsedwarsstraat ad Amsterdam. ANSA/ EPA/Evert Elzinga

STRASBURGO, 07 LUG – Sospeso tra la vita e la morte. L’Olanda e non solo è sotto shock dopo l’agguato al giornalista investigativo Peter R. de Vries, rimasto gravemente ferito martedì sera ad Amsterdam dopo essere stato raggiunto da colpi da arma da fuoco alla testa.

Il reporter è attualmente ricoverato in ospedale, mentre la polizia ha arrestato tre persone tra cui ci potrebbe essere l’esecutore materiale.

Le prime ipotesi – secondo quanto ripotano i media locali – puntano sulla pista della criminalità organizzata. De Vries, 64 anni, conosciuto fin dagli anni ’80 per la  copertura giornalistica del rapimento del re della birra Freddy Heineken e in seguito per il suoi reportage sulla criminalità organizzata, era stato minacciato in passato diverse volte.

L’anno scorso era stato consigliere e confidente del principale testimone dell’accusa nel caso contro Ridouan Taghi, descritto come il criminale più ricercato dei Paesi Bassi.

L’attacco, avvenuto subito dopo che de Vries aveva partecipato a una trasmissione televisiva negli studi dell’emittente RTL,  è stato etichettato come un crimine contro la libertà di stampa dal governo dell’Aja e anche dall’Unione europea, con il presidente del Consiglio Ue Charles Michel che ha parlato di una attacco ai valori europei.

Numerose le reazioni da parte di giornalisti e politici, ed esponenti della società civile sia olandese che all’estero. Il primo ministro Mark Rutte ha definito l’episodio “scioccante e inconcepibile”. Grande sconcerto è stato espresso anche dalla famiglia reale.

“I Paesi Bassi hanno chiaramente un problema di stato di diritto. Peter R. de Vries è stato colpito solo per aver fatto il suo dovere di giornalista”, ha scritto su Twitter Hidveghi Balazs, eurodeputato di Fidesz che non si è lasciato sfuggire l’occasione di attaccare Rutte, tra i più critici nei confronti dell’Ungheria proprio sul rispetto dello stato di diritto.

“Questo è un chiaro attacco alla libertà di stampa”, ha aggiunto l’eurodeputato rivolgendosi al premier liberale: “Dovrebbe occuparsi del proprio Paese invece di pensare a ‘mettere in ginocchio l’Ungheria’ “.

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