Canada in ginocchio, centinaia di morti per l’afa killer

Canada: un agente forestale mostra la temperatura di 53 gradi.
Canada: un agente forestale mostra la temperatura di 53 gradi. (Frame video ANSA)

WASHINGTON. – Il Canada occidentale è in ginocchio. L’ondata di caldo record non concede tregue e le persone morte probabilmente in seguito alle alte temperature sono almeno 500. Ma ora ad aggravare la situazione ci sono oltre 136 grandi incendi boschivi, di cui nove preoccupanti, scatenati da una tempesta di fuoco di decine di migliaia di ‘fulmini secchi’.

Uno dei roghi ha già divorato in 15 minuti un villaggio della British Columbia, la provincia canadese più colpita: Lytton, 150 km a nordest di Vancouver, che aveva registrato il primato di 49,6 gradi. I suoi 250 abitanti sono stati costretti ad evacuare di corsa. Si temono due vittime ma i medici legali non possono accedere ad un’area considerata ancora a rischio.

In altre zone occidentali del paese si cominciano a chiudere importanti via di comunicazione per motivi di sicurezza. Il governo federale ha promesso mezzi e risorse, in particolare aerei ed elicotteri, ma le fiamme per ora continuano ad avere la meglio. “Interverremo nella zona – ha garantito il premier Justin Trudeau – per portare il nostro aiuto e aiutare nella ricostruzione”.

In accordo con i ministri canadesi dell’Incident Response Group, è stato istituito un centro operativo a Edmonton, nel Canada occidentale, per fornire supporto in tutta la regione. “Le forze armate saranno schierate per fornire assistenza logistica in caso di necessità”, ha annunciato dal canto suo il ministro della Difesa Harjit Sajjan.

Il bilancio delle vittime è ancora provvisorio e probabilmente è destinato a crescere, avvisano le autorità. La capo medico legale della British Columbia, Lisa Lapointe, ha riferito che nella British Columbia si contano 719 morti improvvise e inaspettate nell’ultima settimana: una cifra senza precedenti, tre volte superiore alla media di decessi in questo periodo, che si aggira sui 230.

Le vittime legate al caldo estremo sarebbero quindi quasi 500. Si tratta in gran parte di anziani, che vivono soli in case private con una ventilazione minima, o di persone con condizioni mediche pregresse. Molte abitazioni non hanno l’aria condizionata, dato che le temperature sono normalmente molto più basse durante i mesi estivi di almeno 20-30 gradi.

Ecco perché gli hotel, dotati di impianti di condizionamento, sono tutti sold out e la gente affolla i centri di emergenza allestiti per offrire refrigerio. Il ministro della sicurezza pubblica Bill Blair ha ammesso che meteo e roghi stanno avendo un impatto “devastante” e “senza precedenti” sulla British Columbia. “Questi incendi mostrano che siamo nei primi stadi di quella che promette di essere una estate lunga e difficile”, ha ammonito.

Non mancano alcune polemiche per i ritardi nella risposta alla crisi. In questa provincia molti residenti hanno dovuto attendere ore le ambulanze, mentre i centri di emergenza sono stati attivati solo dopo che l’ondata di afa killer era già arrivata.

La cupola termica di alta pressione che intrappola il caldo si estende dai territori artici sino alla West coast americana, dallo Stato di Washington all’Oregon sino alla California. Anche qui la prolungata siccità aumenta il rischio di incendi forestali catastrofici. Tanto da indurre le autorità a vietare o cancellare in molte località i fuochi d’artificio in occasione della festa dell’Indipendenza del 4 luglio per il timore di scatenare roghi pericolosi.

(di Claudio Salvalaggio/ANSA)

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