Rabbia social su Grillo, nel M5s si prepara la conta

Beppe Grillo tra Roberta Lombardi e Vito Crimi in una foto d'archivio.
Beppe Grillo tra Roberta Lombardi e Vito Crimi in una foto d'archivio. ANSA/ANGELO CARCONI

ROMA. – Se la spaccatura del M5s per ora è ancora una prospettiva politica, quella nella base pentastellata è già realtà. I social, luogo privilegiato della disintermediazione comunicativa del Movimento, sono diventati terreno di scontro tra chi critica aspramente lo strappo del garante con Giuseppe Conte e chi lo giustifica. Spicca l’alto numero di voci critiche nei confronti di Beppe Grillo che, sotto il suo ultimo post Facebook su Rousseau indirizzato a Vito Crimi, viene travolto da una vera e propria ondata di rabbia e malcontento.

C’è chi mette nero su bianco che non autorizza Rousseau al trattamento dei suoi dati, chi promette di cancellarsi dalla piattaforma, chi chiede di sfiduciare il garante e chi lancia un ultimo, disperato, appello per potersi esprimere sullo statuto di Giuseppe Conte.

“Hai distrutto definitivamente la poca credibilità che era rimasta al movimento”, scrive Maria Francesca. “Beppe forse dovresti dimetterti da garante e lasciare andare il M5s”, suggerisce Sergio R. “Stai distruggendo la tua stessa creatura”, scrive sconsolato Andrea D. C’è anche, però, chi difende la scelta del co-fondatore: il Movimento “lo ha creato lui”, ricorda Alessandro Costantino. “Questa mossa apparentemente folle che rimette tutto in gioco a me pare geniale”, chiosa Marco.

Parlando in termini di ‘like’, l’annuncio con cui Grillo ha scaricato Conte è stato accolto a distanza di 24 ore da 3.167 faccine arrabbiate e 1.928 pollici alzati. Il post di Vito Crimi in cui il reggente contraddice Grillo riguardo al voto su Rousseau ha incassato in poche ore oltre 5.500 like.

Il tormento di iscritti e simpatizzanti, è anche quello degli eletti, tra cui rischia di aprirsi una voragine che potrebbe inghiottire il futuro politico di ognuno. Stando ai rumors, una parte dei deputati e la maggioranza dei senatori sarebbe pronto a seguire Conte. A Montecitorio è consistente il gruppo di potenziali “fedelissimi”: a da Gubitosa a Bonafede.

Anche nel governo i capodelegazione Stefano Patuanelli, i sottosegretari Alessandra Todde e Giancarlo Cancelleri hanno un rapporto privilegiato con Conte. In Senato sono considerati a lui vicini la vicepresidente Taverna e il capogruppo a Palazzo Madama Licheri.

I “neo-ortodossi” al Senato possono contare su Danilo Toninelli, mentre alla Camera su Carla Ruocco, sul capogruppo Davide Crippa, sul presidente della commissione Politiche Ue Sergio Battelli e sull’ex ministro Vincenzo Spadafora. A loro si aggiungono diversi deputati al primo mandato, critici sulla deroga al tetto dei due mandati. Un ruolo cruciale per l’esito della partita lo avranno Luigi Di Maio e Roberto Fico, i due “big” che in questi giorni hanno fatto da pontieri del Movimento, ma che per ora non si espongono.

(di Paola Lo Mele/ANSA)

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