Ilva verso nuovo Cda, nodo approvazione bilancio

Gli impianti della fabbrica Ilva di Arcelor Mittal a Taranto, ANSA/DONATO FASANO
Gli impianti della fabbrica Ilva di Arcelor Mittal a Taranto, ANSA/DONATO FASANO

TARANTO. – Il rebus sull’approvazione del bilancio 2020 sta per essere sciolto: Acciaierie d’Italia in queste ore definirà la questione nonostante gli imbarazzi della parte pubblica che, a quanto si apprende, non intende accollarsi le responsabilità dei conti del passato, ma non dovrebbe rappresentare un ostacolo.

La nuova governance è regolata da un accordo di coinvestimento del dicembre 2020 tra lo Stato, tramite Invitalia, e ArcelorMittal, ma non c’è obbligo per i consiglieri Invitalia di dare il benestare al bilancio, che potrà essere comunque approvato: in Cda grazie al fatto che l’amministratore delegato ha un voto doppio; in assemblea considerando che il socio privato ha un voto in più.

Secondo fonti vicine al dossier, il bilancio può andare in assemblea con Invitalia che potrebbe anche astenersi o votare contro, ma passerebbe lo stesso. Solo a quel punto verrebbero nominati i consiglieri, che non sarebbero così chiamati a partecipare direttamente a una votazione sui conti del 2020.

Dopo che il Consiglio di Stato ha annullato la sentenza del Tar che disponeva la fermata dell’area a caldo in ottemperanza a una ordinanza del sindaco di Taranto per criticità emissive, l’insediamento del Cda è atteso per superare la situazione di stallo che si trascina da settimane. Nel nuovo Consiglio, come è noto, la parte pubblica avrà tre amministratori su sei (Franco Bernabè presidente, Carlo Mapelli e Stefano Cao).

Per giovedì 8 luglio è convocato un incontro al Ministero dello Sviluppo economico con Acciaierie d’Italia e sindacati alla presenza del ministro Giancarlo Giorgetti, che inviterà anche il ministro del Lavoro e tutte le parti per discutere le prospettive industriali e la situazione occupazionale.

Le frizioni, di certo, non mancano e le sigle metalmeccaniche hanno contestato la nuova cassa integrazione ordinaria, partita ieri. A Taranto la procedura coinvolge un massimo di 4mila unità per un periodo presumibile di 12 settimane.

E l’Usb continua a denunciare problemi di sicurezza nello stabilimento “perché – sostiene – scarseggiano gli interventi di manutenzione, mai come ora essenziali, e si continua a ricorrere alla casa integrazione proprio per i lavoratori delle Manutenzioni Centrali”.

Intanto, si avvicina la fermata della batteria 12 del reparto Cokerie, uno degli impianti ritenuti più inquinanti, dopo che il ministro della Transizione ecologica ha firmato il decreto di stop per il mancato completamento della prescrizione ambientale.

Il Comitato Cittadino per la Salute e l’Ambiente a Taranto ha promosso un sit-in sotto la Prefettura per giovedì 1 luglio, nel giorno in cui Acciaierie d’Italia dovrà iniziare le operazioni di fermata, da concludersi entro dieci giorni. Lo slogan è “Spegniamola insieme”.

Il messaggio “che vogliamo lanciare – spiega Alessandro Marescotti di Peacelink, che aderisce al Comitato – è che comincia da qui lo spegnimento dell’area a caldo dell’Ilva. Il fermo della batteria 12 della Cokeria è importante perché è la prima volta che l’azienda chiede una proroga e non le viene concessa. E la motivazione è connessa al rischio sanitario”.

(di Giacomo Rizzo/ANSA).

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